Il Tesoro degli Stati Uniti erogherà finanziamenti per 13,4 miliardi di dollari a favore di Gm, Ford e Chrysler tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio. Una seconda tranche di 4 miliardi verrà inoltre erogata a febbraio. I prestiti dovranno essere restituiti dai produttori di auto se entro il 31 di marzo non avranno dimostrato di essere in grado di risanare le proprie attività . Il presidente americano uscente, George Bush, ha così motivato la decisione di sostenere i produttori di automobili americani in forte crisi: «Permettere la bancarotta dell’auto ora non sarebbe responsabile», perchè «potrebbe aggravare la crisi finanziaria in atto». Il presidente ha inolte aggiunto che la sua amministrazione non vuole lasciare a Barack Obama «il crollo del’industria dell’auto».
In cambio dei finanziamenti, il Tesoro riceverà warrants legati ad azioni senza diritto di voto. Gm e Chrysler hanno annunciato che chiederanno accesso già oggi ai fondi messi a disposizione dal Tesoro. Le due società sono infatti alle prese con gravi problemi di liquidità mentre Ford ha dichiarato a più riprese di essere in una situazione migliore. Tra le condizioni imposte dal Tesoro alle tre aziende di Detroid c’è quella di rinegoziare i termini dei contratti esistenti con i principali stakeholders, inclusi dunque i sindacati e le banche creditrici entro il 31 di marzo. Nel caso questo processo di rinegoziazione non dovesse avere successo, il Tesoro richiederebbe la restituzione dei fondi e si aprirebbero le porte dell’amministrazione controllata. Inoltre le società non potranno distribuire dividendi fino a quando non avranno restituito i finanziamenti ricevuti dallo Stato.
Il governo ha il potere di controfirmare, e in caso bloccare, ogni operazione del controvalore superiore ai 100 milioni di dollari. Come nel caso delle banche, inoltre, i produttori di Detroit dovranno rispettare precise restrizioni sulle retribuzioni dei loro massimi dirigenti e dovranno dire addio a jet privati aziendali.
