Jaqueline Kennedy e Bobby Kennedy hanno avuto una torrida relazione amorosa cominciata poco tempo dopo l’assassinio di John Kennedy e durata quattro anni. Il loro legame era così intenso che fu Jackie, e non la moglie Ethel, a staccare la spina quando a sua volta Bobby fu mortalmente ferito in California durante le elezioni primarie del 1968, a quanto riferisce il New York post citando il libro in uscita ”Bobby and Jackie: A Love Story” scritto dall’americano David Heymann.
Heymann ha speso due decenni per setacciare gli archivi dell’Fbi e del Servizio Segreto, intervistando l’entourage dei Kennedy, tra cui Pierre Salinger, Arthur Schlesinger, Jack Newfield, Gore Vidal, Truman Capote e Morton Downey Jr. ”La loro storia d’amore iniziò dopo l’assassinio di JFK — scrive Heymann nel libro, in uscita a fine mese, di cui il New York Post pubblica alcuni stralci”. Secondo Truman Capote, per anni confidente della first lady, il loro amore germogliò ”dal condiviso e straziante lutto”. ”La loro era una passione rovente e senza speranza”, spiega l’autore di ”A Sangue Freddo” e ”Colazione da Tiffany”. ”Robert fu l’unico uomo che Jackie abbia mai amato davvero”, afferma lo scrittore Gore Vidal, lontano parente di Jackie.
Già sposato e padre di 11 figli, Bobby non fece mai nulla per occultare la tresca. ”Tutti ne erano a conoscenza», racconta l’allora vice ministro per il Commercio Franklin Roosevelt Jr. ad Heymann, per ben tre volte in corsa per il Premio Pulitzer. ”Si comportavano come due teenager malati d’amore. Sospetto che Bobby volesse mollare Ethel per sposarla — continua — ma ovviamente non era possibile”. La moglie tollerava il tradimento (”Sapeva che lui non l’avrebbe mai lasciata”, spiega l’autore) ma ogni volta che la cognata visitava Bobby a Hyannis Port, erano scene di gelosia, peraltro senza effetto.
La sfrontatezza del senatore proseguiva dentro ai palazzi del potere. Un giorno il funzionario del Commerce Department Kenneth McKnight giunse ad un meeting serale con Kennedy in Senato, trovandolo sdraiato in poltrona con Jackie seduta sulle sue ginocchia, le braccia avvinghiate al collo. L’unico che cercò di contrastare la relazione fu Aristotele Onassis, che minacciò di rovinare il rivale, rendendo pubblica la vicenda.
”Potrei sotterrare quell’energumeno”, sbottò l’armatore greco con un amico, anche se poi non mosse mai un dito, nel timore, secondo Heymann di perdere Jackie. Più tardi, quando lei decise di sposarlo, RFK confessò a Pierre Salinger che ”prima dovranno passare sul mio cadavere”.
Il 16 Marzo 1968 RFK annunciò la sua corsa alla Casa Bianca. L’indomani telefonò all’amico Jack Newfield dall’appartamento di Jackie a New York. ”Era depresso ed avvilito — spiega il columnist — quello fu il loro ultimo incontro d’amore”.
Il 4 giugno, subito dopo aver vinto le primarie in California, RFK cadde sotto i colpi di Sirhan Sirhan all’Ambassador Hotel di Los Angeles. Jackie volò subito al suo fianco e Ethel si fece da parte, permettendole di restare sola con lui fino all’ultimo. Bobby era cerebralmente morto ma la cattolicissima moglie si rifiutava di staccargli la spina e il fratello Ted non era psicologicamente in grado di intervenire.
All’1 e 20 di mattina del 6 giugno fu Jackie ad ordinare ai medici di lasciarlo morire, dopo aver firmato l’autorizzazione, come da protocollo ospedaliero. Nell’ottobre dello stesso anno Jackie Kennedy sposò Onassis.