Venezia non guarda al Futurismo. La Regione fa saltare la mostra: “Servono soldi per il maltempo”

È arrivato il “no” secco: niente Futurismo a Venezia. La Regione ha definitivamente annunciato «di non essere più in grado di finanziare la mostra» a causa del sopraggiungere di fatti drammatici imprevisti, provocati da eccezionali fenomeni metereologici che stanno richiedendo consistenti impegni finanziari».

In realtà, in qualche modo la notizia era già nell’aria da gennaio. Ancora prima che il maltempo sopraggiungesse, ovvero da quando il direttore dei Musei Civici, Domenico Romanelli, aveva rilevato «la mancanza di riscontri da parte della Regione Veneto, della Fondazione Venezia e degli sponsor già contattati da tempo (tra questi anche la casa editrice Electa, ndr) per poter dire se ci sono o non ci sono i soldi per realizzare la rassegna prevista a giugno al Correr».

C’era stata poi una prima riduzione dei costi (da un milione e mezzo di euro a cinquecentomila da dividersi alla fine soltanto tra Regione e Fondazione) e uno slittamento delle date (da giugno, appunto, a settembre). Il presidente della Fondazione Musei Civici, Sandro Parenzo, parla di «danno culturale ed economico» e dichiara che lascerà il suo incarico quando se ne andrà il sindaco Cacciari, che è anche il vicepresidente della Fondazione.

Parenzo aveva fatto parlare di sé dopo aver proposto il tanto contestato ticket ai turisti che visitavano la città: due euro per ciascuno e quaranta milioni all’anno nelle casse comunali.

Dice Achille Bonito Oliva, curatore di un’altra mostra sul Futurismo («Manifesto 100 x 100») da poco conclusasi al Macro di Roma: «È un peccato perché questa mostra, che avrebbe avuto in Giacomo Balla il suo vero protagonista, era davvero giusta per Venezia. Balla era il più cosmopolita tra i tutti futuristi e quale città è più cosmopolita di questa?».

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