Hugo il censore. Il presidente Chavez ha deciso di mettere il bavaglio ai media venezuelani. Il governo sudamericano sta adottando drastiche misure per limitare l’attività di canali non statali. Nel mirino è finita in particolare l’emittente Globovision, che rischia il ritiro della concessione a trasmettere via etere.
Lo scorso ottobre il canale aveva detto che Chavez avrebbe fatto la stessa fine di Mussolini, «strangolato con le sue stesse mani». A maggio il partito socialista, che sostiene il leader del paese, aveva accusato Globovision di terrorismo mediatico.
La Commissione Nazionale delle Telecomunicazioni ha cominciato dal 17 luglio la valutazione della legalità della diffusione di 240 stazioni radio e 25 emittenti televisive. La chiusura possibile delle frequenze giudicate illegali dal governo si accompagnerebbe alla battitura dell’attrezzatura di trasmissione e dal divieto di diffusione per cinque anni per chi fosse giudicato irregolare.
In passato, il governo si era rifiutato di rinnovare la licenza di Rctv, Radio Caracas Television. L’emittente più vecchia e più popolare del Venezuela. Era il maggio del 2007, e l’accusa mossa all’emittente era quella di copertura «critica» delle notizie. Rctv, però, continua a trasmettere via cavo e via satellite da Miami.