Si sono aperti questa mattina alle 7, in Irlanda, i seggi per il referendum sul trattato di Lisbona, la nuova costituzione dell’Unione europea. L’Irlanda è l’unico dei 27 Paesi dell’Ue dove il trattato è sottoposto a referendum, il cui esito è incerto. Gli ultimi sondaggi danno infatti il fronte del no e quello del si praticamente testa a testa. Più della metà dei 27 ha già ratificato il trattato di Lisbona; ultimi in ordine di tempo, ieri, Estonia, Finlandia e Grecia. In Irlanda e’ in gioco il guturo della Ue: se vince il ”no”, poiche la Ue esige l’unanimita’, si torna al 2005, quando la Costituzione europea fu bocciata da Olanda e Francia, e se riparlera’ frA 5 O 10 anni.
Il parlamento greco ha ratificato il Trattato questa notte con 250 voti a favore e 42 contrari. Nessuno si è astenuto. In aula erano presenti 292 membri del parlamento unicamerale, che è composto da 300 seggi. A favore del Trattato hanno votato i due principali partiti, Nuova Democrazia (Nd) al governo e il Pasok, opposizione di sinistra. Contro, i partiti minori, dalla sinistra radicale (Syriza) ai comunisti, all’estrema destra. Il premier Costas Karamanlis, parlando durante il dibattito ha affermato che «questa ratifica parlamentare è la cosa giusta per l’Europa». Il Pasok, Syriza e i comunisti, al termine del voto, hanno presentato mozioni separate per chiedere che si svolga un referendum sull’adesione al Trattato. Il leader del Pasok, Georgi Papandreou, parlando durante il dibattito aveva sostenuto il suo sì al Trattato per via parlamentare pur esprimendo la sua preferenza per un referendum.
