Sono più di trenta i treni che ogni giorno attraversano il nostro paese trasportando merci pericolose. Non solo Gpl, ma anche benzene, acido solforico, zolfo, e in alcuni casi, persino tritolo. Un insieme di carichi esplosivi che rappresenta circa il 7% del totale delle merci trasportate.
A livello Ue, per garantire la sicurezza dei trasporti a rischio, esiste uno specifico regolamento, il Rid (Regolamento internazionale per il trasporto ferroviario di merci pericolose), aggiornato da poco ed in vigore, proprio da oggi, in tutti gli stati membri della Ue con l’eccezione dell’Italia dove manca ancora il decreto attuativo. Il Ministero dei Trasporti, ad ogni modo, non fa una piega e si limita a sottolineare come le nuove disposizioni non riguardino il Gpl.
Per gli esperti, però, il trasporto ferroviario rimane il sistema più sicuro. Opinione espressa con fermezza da Marco Ponti, ordinario di Economia dei trasporti al Politecnico di Milano secondo cui «Il rischio trasporto ferroviario è nullo. Basta guardare le statistiche». «L’unica analisi che si può fare – prosegue il docente universitario – è di tipo statistico. E i numeri dicono che gli incidenti gravi ferroviari sono rarissimi, non rari».
A patto, però, che i controlli siano fatti in modo corretto. Ed è proprio su questi ultimi che puntano il dito i tecnici. Sulla carta, infatti, il treno esploso a Viareggio era assolutamente a norma. La ferrocisterna della Gatx, infatti, aveva superato tutti i controlli previsti. Prima l’omologazione, che determina se il mezzo ha i requisiti di solidità richiesti a seconda del tipo di carico che dovrà trasportare. Quindi la manutenzione ordinaria che prevede, ogni 4 anni un rigoroso controllo delle cisterne. Ironia della sorte, il veicolo esploso, aveva passato quest’ultimo test a marzo. Ma la lista dei controllori non finisce qui. Il regolamento dell’Unione Europea, infatti, prevede che si debba nominare un “responsabile merci pericolose”. C’è quindi anche un test empirico a carico, in genere, dei conducenti dei treni in questione. Insomma una miriade di controlli che rendono più difficile risalire ai responsabili di eventuali errori.
Qualcosa però, nella macchina dei controlli, non ha funzionato. Lo sottolinea anche Carlo Vaghi, docente della Bocconi che collabora con il Centro dell’economia regionale e dei trasporti dell’università milanese secondo cui «Bisognerà stabilire se ci sono state negligenze nella verifica del materiale rotabile».
Mauro Moretti, Amministratore Delegato di Ferrovie dello Stato, respinge tutte le accuse di scarsa sicurezza: «Siamo al primo posto in Europa. Quando abbiamo pochi fondi – prosegue il dirigente – magari si rinuncia ad un po’ di comfort. Ma non alla manutenzione». Diverso però, il discorso relativo ai vagoni merci «Non posso escludere che carri appartenenti ad altre società estere possano avere una manutenzione imperfetta».