Il Giornale non molla la presa sull’«affaire Boffo» e pubblica, sul suo sito web, il contenuto di un articolo del settimanale Panorama in cui si parla dei protagonisti della vicenda di presunte molestie sessuali che avrebbe coinvolto il direttore di Avvenire.
Lei, Anna B., 29 anni, è di una famiglia cattolica in vista a Terni. Lui, quello che il quotidiano milanese definisce il «fidanzato conteso», è un «ex aitante assistente di volo ternano» classe 1970, «fisico slanciato, modi delicati, portamento signorile, conoscitore delle lingue straniere, assiduo frequentatore della Lectio divina».
Ora l’uomo è single e dirige una filiale di una banca in provincia di Modena. Ma a Panorama non parla: «Non ho niente da dichiarare. Ho dei clienti davanti a me».
La coppia si è conosciuta negli anni ’90: lui è più grande di una decina d’anni, lei «bruna e graziosa, si tiene in forma grazie alla passione per l’atletica leggera. Suo padre è rappresentante di commercio, presidente parrocchiale dell’Azione cattolica, ma soprattutto presidente della radio diocesana appartenente al circuito InBlu il cui direttore è proprio Boffo. La madre, ex insegnante di liceo, è molto attiva nel volontariato Caritas.
Le presunte molestie, secondo Panorama, risalgono al 2001. Mentre l’ammenda da 516 euro, massima pena pecuniaria per reati del genere, sarebbe stata inflitta al giornalista nel 2004.
Boffo, secondo il settimanale, fu condannato per «le ripetute chiamate sulle utenze telefoniche della ragazza nel corso delle quali ingiuriava anche alludendo ai rapporti sessuali con il suo compagno , per petulanza e biasimevoli motivi». La versione del direttore di Avvenire, scrive Panorama, è che avrebbe conciliato per evitare guai a un giovane tossicodipendente (morto qualche tempo dopo) il quale avrebbe fatto quelle chiamate usando di nascosto il suo telefono.
