Secondo il vicepremier, inoltre, qualora si dovesse profilare uno scenario simile, Israele avrebbe cura di ottenere quantomeno il tacito sostegno degli Stati Uniti. Infine il commento sulle recenti dichiarazioni del presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad relative a una ineluttabile «scomparsa di Israele», a cui Mofaz ha risposto: «Lui scomparirà prima di Israele».
Olmert. Scenari di pace non sembrano essere un obbiettivo raggiungibile a breve termine nemmeno per quanto riguarda il conflitto con il vicino stato palestinese. A parlare, in questa occasione, è il premier Ehud Olmert, che nell’ambito di una conferenza stampa indetta all’aeroporto di Tel Aviv per il rientro dal suo ultimo viaggio negli Stati Uniti ha dichiarato: «Fra un’operazione militare a Gaza e un accordo di tregua, il pendolo delle nostre decisioni è ora più vicino alla prima ipotesi». Il riferimento, chiaro, è relativo all’acuirsi della tensione militare nelle zone israeliane a ridosso della striscia di Gaza, esposte quotidianamente ai lanci di razzi e di colpi di mortaio palestinesi, che ieri hanno provocato l’uccisione di un agricoltore.
«Noi ci troviamo tutto il tempo – ha spiegato Olmert – presi tra una possibilità di raggiungere una calma totale per gli abitanti del Sud di Israele, senza essere costretti ad entrare in una frizione violenta e dura con le organizzazioni terroristiche a Gaza, e, d’altra parte, alla impossibilità di raggiungere un accordo del genere, cosa che potrebbe costringerci ad una operazione molto più dura ed ampia contro quelle organizzazioni». Il «pendolo», ha precisato, è adesso più vicino alla ipotesi di una operazione militare.
Nuove vittime. L’ultimo bollettino dal fronte del conflitto parla di un miliziano di Hamas ucciso e altri 15 palestinesi circa feriti. Il tutto è avvenuto nel corso di una incursione militare israeliana nella zona di Abbasan, a sud di Gaza, in risposta a diversi colpi di mortaio, sparati da Gaza verso il territorio israeliano, esplosi senza fare vittime.