di Archangel
La decisione del vice-ministro dell’Economia uscente Vincenzo Visco di pubblicare su Internet, e quindi rendere accessibili a tutti con un semplice clic sul computer, i redditi degli italiani, e’ a dir poco avventata. Secondo l’ex comandante generale della Guardia di Finanza, Roberto Speciale, adesso senatore del Pdl, dopo la pubblicazione dei dati, il rischio che corrono i cittadini è quello di essere minacciati dal "pizzo, dai ricatti e da eventuali sequestri di persona". "Hanno messo i poveri cittadini in piazza – continua il senatore del Pdl, – spiabili da parte di tutti, così aumenteranno le delazioni. Hanno messo gli italiani in un mare di guai". Perfino dalla sinistra radicale arrivano critiche. "Pubblicare i redditi online mi è sembrato una paradigma dell’ultimo centrosinistra: inefficace e antipatico", taglia corto Marco Rizzo dei Comunisti italiani. Il garante della privacy ha bloccato il sito delatorio, ma si e’ dimenticato che ormai su Internet tutto e’ possibile. Cosi’ i conti in tasca a tutti gli italiani si possono ancora fare tramite siti che hanno ”assorbito” i dati messi online dalla Agenzia delle Entrate. I redditi degli italiani infatti rimangono online e sono ancora consultabili: grazie a un sistema di "file sharing", si può accedere alle dichiarazioni dei contribuenti relative al 2005 impostando una semplice ricerca da un qualsiasi motore, aggirando così lo stop imposto dal Garante della Privacy. L’operazione è estremamente lineare grazie a un sistema di link che accompagna l’internauta fino a scovare l’elenco della discordia. Infatti risulta che molti patiti della Rete, subito prima dell’altolà del Garante, hanno provveduto a copiare i redditi dal sito dell’Agenzia delle Entrate e adesso è praticamente impossibile tornare indietro. Tutti coloro che hanno approvato l’iniziativa di Visco (e, almeno stando ai sondaggi della stampa online, sono la maggioranza) forse non si rendono conto che ora sono a rischio essi stessi, giacche’ non e’ pensabile che quanti vadano a vedere quanto guadagna il capoufficio, il vicino di casa, il rivale in amore, la ex-moglie e via discorrendo siano tutti poveri in canna. C’e’ qualcuno che sicuramente adesso controlla anche loro: ovvero come il cane che si morde la coda. Che cosa abbia spinto Visco ad una strullata del genere e’mistero. Forse un’accesso di rabbia per aver perso il posto, forse per lasciare agli italiani un ricordo in piu’ del governo Prodi, forse perche’ era ubriaco o perche’ aveva fumato qualcosa. Certo, tra i tanti risultati ottenuti, uno forse e’ quello che soddisfa Visco di piu’. Perche’ ora che i dati pubblicati su Internet sono li’ per restare, la patata bollente l’avra’ in mano il governo dell’odiato Berlusconi. E c’e’ molto poco che potra’ fare per chiudere la stalla. I buoi sono gia’ usciti e scorrazzano sulla rete. Detto questo, rimane una piccola consolazione. Al gran giullare Beppe Grillo, il fustigatore dei costumi di tutti, nessuno escluso, da Fini a Bertinotti, il gran paladino dei precari, la pensata di Visco non e’ piaciuta. Ha scritto sul suo blog: ”«Follia, questa è follia. Gli è stato suggerito dalla Ndrangheta, dalla Mafia, dalla Camorra e dalla Sacra Corona Unita. Padoa Schioppa e Visco, con la benedizione di Prodi e del centro sinistra unido che mai sera vencido, hanno eseguito. Dopo l’indulto che ha liberato le carceri questo ex governo di imbelli, presuntuosi e deficienti fornisce ai criminali le informazioni sul reddito e l’indirizzo di casa dei contribuenti. Pagare le tasse così è troppo pericoloso, meglio una condanna per evasione fiscale che una coltellata o un rapimento». Secondo Grillo infatti con la pubblicazione online dei redditi «i rapimenti di persone saranno facilitati, il pizzo potrà essere proporzionato al reddito dichiarato. La criminalità organizzata non dovrà più indagare, presumere. Potrà andare a colpo sicuro collegandosi ad Internet. I nullatenetenti e gli evasori non avranno comunque nulla da temere. Chi paga le tasse sarà punito, chi ne paga molte potrà essere sequestrato, taglieggiato, rapinato». Dice cose ragionevoli, Grillo. Ma molti suoi lettori, senti senti, non sono d’accordo con lui. Perche? E’ molto semplice: perche’ si e’ scoperto che il gran fustigatore di un Italia ormai alla deriva, povera e infelice, nel 2005 ha guadagnato la bella cifra di 4.272.591 euro. Ehi, ragazzi, non sono noccioline. E chi se lo immaginava che Grillo fosse multi-milionario? Certo non i suoi sostenitori. Sentite: «Grillo, ma sarai mica di destra?», oppure: «Penso che Beppe Grillo abbia bisogno di riposo». O ancora: «Ti brucia il cu… che si veda quanto guadagni, San Paladino dei Precari?». E c’è anche chi con ironia prova a spiegare il perché di un intervento giudicato dai più in controtendenza rispetto agli altri: «Da buon genovese – si legge in un commento – Grillo dimentica tutto il resto quando si tratta di soldi». Che dire? Grillo, tienti i tuoi milioni, rafforza le serrature della porta di casa, metti le grate alle finestre. Ma facci un favore: adesso taci.
