Non si arresta il costo dei mutui per l’acquisto di abitazioni, influenzato anche dalla crescente propensione delle famiglie italiane per il tasso fisso. A maggio, segnala il bollettino mensile dell’Abi, il saggio di interesse si è collocato in media al 5,75%, nuovo massimo da ciqnue anni. L’incremento è dello 0,09% rispetto al 5,66% di aprile e dello 0,36% nei confronti del 5,39% di maggio 2007.
Al record quinquennale si è collocato il mese scorso anche il tasso medio dei prestiti in euro concessi dalle banche: i finanziamenti sono costati il 6,23% contro il 6,19% di aprile e il 5,68% di un anno prima. Il tasso sui prestiti in euro alle società non finanziarie è invece sceso al 5,35% dal 5,48% del mese precedente. Resta comunque basso l’indebitamento delle famiglie italiane nel confronto internazionale. In particolare, spiega l’Abi, il rapporto tra debiti finanziari e reddito disponibile si collocava al 47% nel 2006 e le ultime informazioni sul 2007 segnalano un incremento al 50%. Un dato contenuto rispetto al 144% degli Stati Uniti, al 125% della Spagna, al 99% della Germania, all’87% del complesso dell’area dell’euro e anche al 69% della Francia dove più la dinamica si avvicina a quella del nostro Paese.
La composizione del debito delle famiglie italiane che emerge dall’ultima indagine della Banca d’Italia vede il peso maggiore assunto dai debiti verso banche e finanziarie che incidono per circa l’86% del totale. Un dato in calo rispetto all’88% del 2000 e al 93% del periodo 2002-2004. A crescere è invece il peso dei debiti commerciali che si attestava al 5,4% nel 2006, e di quelli verso amici e parenti, che si collocava all’8,4%. La quota di famiglie indebitatesi per l’acquisto di abitazioni era pari nel 2006 a circa il 12%, un valore pressochè identico a quello del 2004 e di poco superiore di quanto osservato nel 2000 e 2002. Le più esposte risultano essere le famiglie del centro-nord con il capofamiglia maschio, di età compresa tra i 30 e i 50 anni, con titolo di studio medio-alto, con reddito familiare medio-alto e ricchezza finanziaria elevata.
Più in generale maggio ha visto rallentare la dinamica degli impieghi bancari. Il tasso annuo di crescita si è collocato all’8,6% contro il 9,2% di aprile e il 10,6% di maggio 2007. Alla fine del mese l’ammontare dei finanziamenti concessi dal sistema bancario italiano è risultato pari a 1.479 miliardi di euro, con un flusso netto di nuovi prestiti pari a circa 115,2 miliardi rispetto all’anno prima. Il segmento a medio e lungo termine è cresciuto del 10,6% su base tendenziale, mentre quello a breve è salito del 10,4%. Ad accelerare a maggio è invece la raccolta. L’incremento sui 12 mesi è risultato pari al 10,2% contro l’8,9% di aprile 2008 e il 6,9% di maggio 2007. Più in particolare, alla fine di maggio scorso, la raccolta bancaria è risultata pari a 1.340 miliardi di euro, con un stock in crescita di circa 124 miliardi nel corso dell’ultimo anno.
Il tasso sui depositi in euro applicato alle famiglie e alle società non finanziarie si è posizionato al 2,15%, a fronte del 2,11% di aprile e 43 punti base sopra il livello segnato a maggio 2007. Il bollettino dell’Abi sottolinea anche il buono stato di salute del sistema creditizio italiano. Alla fine di marzo le sofferenze al netto delle svalutazioni sono risultate pari a 15,539 miliardi di euro, in calo di 221 milioni rispetto a febbraio e di 35 milioni rispetto ad un anno prima. Il rapporto tra sofferenze nette e impieghi totali è risultato pari all’1,04% contro l’1,15% di marzo 2007. E una conferma del permanere di un’elevata qualità del credito arriva anche dal valore del rapporto tra sofferenze nette e patrimonio di vigilanza, che a marzo si è posizionato al 5,56% contro il 6,2% di un anno prima.
