Voti Cattolici/ Il ministro Gelmini farà ricorso contro la sentenza del Tar del Lazio. “Non ci sono prof di serie A e di serie B. Il ruolo degli insegnanti di religione va accresciuto”

Il ministro Maria Stella Gelmini

Dopo la dura condanna della Cei, anche il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini prende posizione contro la sentenza 7076 del Tar del Lazio (che esclude i docenti di religione cattolica dalla partecipazione «a pieno titolo» agli scrutini per l’esame di maturità e dal conteggio dei crediti della disciplina per l’accesso alle prove) e ricorrerà al Consiglio di Stato.

«La religione cattolica esprime un patrimonio di storia, di valori e di tradizioni talmente importante che la sua unicità deve essere riconosciuta e tutelata – si legge in una nota del ministero – Una unicità che la scuola, pur nel rispetto di tutte le altre religioni, ha il dovere di riconoscere e valorizzare. I principi cattolici dunque, che sono patrimonio di tutti, vanno difesi da certe forme di laicità intollerante che vorrebbero addirittura impedire la libera scelta degli studenti e delle loro famiglie di seguire l’insegnamento della religione».

«Per questo – spiega il ministro – ho deciso di ricorrere al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar. Sono fiduciosa che, come è accaduto altre volte in passato, il Consiglio di Stato possa dare ragione al Ministero e all’ordinamento in vigore. L’ordinanza del Tar infatti determina un ingiusto danno nei confronti di chi sceglie liberamente di seguire il corso e tende a sminuire il ruolo degli insegnanti di religione cattolica, come se esistessero docenti di serie a e di serie b. Al contrario ritengo che il ruolo degli insegnanti di religione vada accresciuto e valorizzato».

«Per questo dal prossimo anno –  conclude il ministro Gelmini – è mia intenzione coinvolgere i docenti di religione cattolica in attività di formazione, secondo gli obiettivi della riforma del primo e del secondo ciclo d’istruzione».

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