L’Europa guarda con interesse ai destini politici della principale potenza europea (per popolazione e produzione industriale), la Germania. Mai come oggi i risultati del voto sono incerti; dalle urne potranno uscire sorprese o conferme. La Grossekoalition, la coalizione tra la CDU, centro destra e la SPD, centro sinistra, che ha governato per quattro anni la Germania, potrebbe essere accantonata per alleanze più tradizionali o potrebbe essere riproposta, malgrado l’idea non piaccia a nessuno.
Il sistema politico tedesco, sfrondato dai suoi cespugli, si compone di cinque partiti: i cristiano-democratici della Merkel, di centro destra; la FDP, partito liberale guidato da un giovane e carismatico politico gay; la SPD, ovvero i social-democratici; i Verdi, gli ecologisti e il “naturale” alleato della SPD; e infine DIE LINKE, il partito di sinistra nato dalla fusione tra i radicali della Germania dell’Ovest e i nostalgici DDR nella Germania dell’Est.
Gli ultimissimi sondaggi rivelano una situazione di grande incertezza. Il divario tra la CDU e la SPD si è notevolmente assottigliato. L’operato di Frank Welter Steinmaier, ha portato infine i suoi frutti e i social democratici nell’ultima settimana sono saliti di due punti percentuale nei sondaggi. Se le elezioni si tenessero sabato l’SPD otterrebbe il 25% dei voti, e la CDU il 35,7%.
Da una parte l’alleato della CDU, l’FDP, otterrà secondo le proiezioni il 13,2%. Dall’altra i due partiti di sinistra, i LINKE e i Verdi, otterranno all’11 e al 10%. Questo significa che la CDU potrebbe governare, come auspicano i suoi dirigenti, con l’FPD, forte del 49% dei voti, mentre la coalizione dei tre partiti di sinistra si assesterebbe al 46%.
Lo scarto è così marginale che nulla sarà deciso fino alla prossima domenica quando gli elettori si recheranno alle urne.