Dodici ore aggrappata a un pezzo di aereo eppure in grado di ricordare delle voci. Baya Bakari, la ragazzina di 14 anni unica sopravvissuta al disastro dell’Airbus precipitato al largo delle isole Comore, ha riferito al padre di aver sentito, in quel tempo interminabile in attesa dei soccorsi, le voci di altre persone ancora vive. «Non potevo vedere niente, era tutto nero». Il padre Kassim dice che la figlia «è appena in grado di nuotare».
Ha raccontato ai medici cosa le è successo, «ha una forza fisica e morale assolutamente incredibile», ha detto il segretario di Stato Alain Joyandet, dopo averle fatto visita all’ospedale di Moroni, la capitale dell’arcipelago. Mercoledì Baya rientrerà a Parigi.