«Dino Boffo – ha detto Zanda – è da tanti anni un mio amico personale. Da oggi la mia amicizia per lui è ancora più solida. Le sue dimissioni sono la conclusione, purtroppo prevedibile, della violenza disgustosa e ingiusta che attraverso di lui ha voluto colpire Avvenire e la Chiesa italiana colpevoli di non aver taciuto. Da questo dramma Dino Boffo, Avvenire e la Chiesa italiana escono ancora più forti. Miserabili sono la mano e la mente di chi lo ha colpito. Da domani in tutto il mondo si dirà che l’Italia è il Paese dove chi è innocente se ne va e chi è colpevole resta»