Pur ammettendo che «democrazia e religione non sono incompatibili », i socialisti spagnoli si impegnano a realizzare «la laicità che la Costituzione conferisce allo Stato». E citano i passi già compiuti in questa direzione, più o meno gli stessi che, sei mesi fa, avevano spinto la Conferenza episcopale spagnola a chiedere agli elettori cattolici di non votarli: l’educazione civica nelle scuole, il riconoscimento dei matrimoni omosessuali, lo snellimento delle pratiche per il divorzio, l’impulso alla ricerca biomedica.
La questione più dibattuta è stata quella dei funerali di Stato: se non saranno celebrati secondo il rito cattolico, quale liturgia alternativa può proporre un sistema perfettamente laico e aconfessionale? Nella versione definitiva del testo, la segreteria del Psoe ha preferito sfumare il tenore iniziale considerando piuttosto «indispensabile una legislazione che stabilisca nuovi criteri di collaborazione tra confessioni religiose e amministrazioni pubbliche e assicuri a tutte le confessioni un trattamento uguale». Pur senza ritoccare gli accordi raggiunti nel 1979 tra Stato e Santa Sede, come reclamava invece l’ala oltranzista, rappresentata da Izquierda Socialista.
Ieri il Segretario organizzativo del Psoe, José Blanco, ha aggiunto altre spine nel fianco dei vescovi annunciando che la legge sull’aborto dovrà essere rivista. Proposito confermato dalla numero due del Governo, Maria Teresa Fernández de la Vega, che ha parlato di una «riforma avanguardista in difesa dei diritti delle donne». Una commissione di esperti studierà la situazione in Europa per ispirarsi alle leggi più avanzate, prima di formulare modifiche alla normativa del 1985. Durante la campagna elettorale il Premier e Segretario del partito (riconfermato ieri col 98,53% dei voti), José Luis Rodríguez Zapatero, interrogato sull’argomento, aveva preferito mantenersi vago, sostenendo che non c’era urgenza né necessità di modificare la legge.
Un’altra donna, infine, entra nella direzione del Psoe: Leire Pajín, basca, 32 anni, attuale Segretaria di Stato per la Cooperazione internazionale, è la nuova numero tre del partito.