Il portavoce ministeriale ha così confermato alcune indiscrezioni diffuse poco prima dall’agenzia di stampa ‘Anp’, e ha spiegato che erano stati dirigenti dell’Mdc, il Movimento per il Cambiamento Democratico guidato dallo stesso Tsvangirai, a chiedere ieri alla legazione ospitalità per il loro candidato alle presidenziali; la risposta era venuta dal ministro degli Esteri olandese in persona, Maxime Verhagen: "Se il signor Tsvangirai necessita di sicurezza gli sarà garantita", erano state le parole di Verhagen, "e sarà il benvenuto".
Nella città continuano le violenze. Ieri Tsvangirai, avversario del presidente Mugabe, aveva annunciato il suo ritiro dal secondo turno delle presidenziali, per protesta contro le violenze delle milizie dello Zanu-Pf (il partito di Mugabe) verso i suoi sostenitori.
Tsvangirai ha anche ribadito di essere disposto a negoziati con il governo ma, oltre a subordinarli alla cessazione delle violenze, ha sollecitato l’affidamento della mediazione tra lui e il presidente uscente del Paese Africano, Robert Mugabe, a intermediari aggiuntivi che affianchino il presidente del Sudafrica, Thabo Mbeki. Quest’ultimo è stato più volte accusato di parzialità dal leader dell’opposizione dell’ex Rhodesia, a detta del quale sarebbe troppo condiscendente nei confronti di Mugabe.
Un appello che sembra caduto nel vuoto. Il ministro della Giustizia dello Zimbabwe Patrick Chinamasa ha dichiarato oggi che il ballottaggio delle presidenziali, previsto per venerdì 27 giugno, si svolgerà in ogni caso. "Il processo che conduce al ballottaggio – ha aggiunto Chinamasa – è ormai irreversibile".
Oggi la polizia ha arrestato oltre 60 persone in una retata nel quartier generale dell’opposizione ad Harare. Lo ha riferito Nelson Chamisa, portavoce dell’Mdc, precisando che tra le persone arrestate ci sono "principalmente donne e bambini, vittime di violenze politiche, sono state arrestate”. Si calcola che negli ultimi giorni siano stati uccisi almeno 70 militanti dell’Mdc.