Ambiente

2019 il terzo anno più caldo in Italia dal 1961. L’undicesimo per le piogge

Il 2019 è al terzo posto fra gli anni più caldi dal 1961 in Italia.

Prima del 2019 ci sono il 2018 (primo) e il 2015 (secondo). Il picco di anomalia è stato nel mese di giugno: +4.25°C al Nord, +4.0°C al Centro, +3.27°C al Sud e Isole. Lo rende noto l’Ispra, il centro studi del ministero dell’Ambiente.

Il 2019 stagione per stagione

L’estate 2019 (+2.88°C) e l’autunno (+1.77°C) risultano al terzo posto tra le più calde delle rispettive serie storiche. L’inverno e la primavera, invece, hanno registrato anomalie positive di temperatura più contenute. Tale andamento è analogo a quello della temperatura superficiale dei mari italiani.

Il 2019 si colloca al settimo posto dell’intera serie storica (+0.83°C). L’anno scorso ha registrato anomalie positive in tutti i mesi ad eccezione di gennaio e maggio. Le anomalie più marcate si sono verificate in estate e in autunno. Il picco è stato nel mese di luglio (+1.9°C).

Sia per il numero medio di notti tropicali (con temperatura minima maggiore di 20°C) che per quello di giorni estivi (con temperatura massima maggiore di 25°C), il 2019 è si colloca ai primi posti della serie dal 1961. In particolare, il numero di notti tropicali è stato il secondo più elevato della serie dopo quello del 2003.

Pioggia: 2019 all’undicesimo posto

Il 2019 si colloca all’undicesimo posto fra quelli più piovosi della serie dal 1961. Anomalia di precipitazione cumulata media in Italia è stata del +12% circa.

Le precipitazioni sono state superiori alla media soprattutto al Nord, dove l’anomalia annuale del 2019 (+21%) risulta essere la quinta più elevata di tutta la serie. Nel corso dell’anno mesi molto piovosi si sono alternati ad altri più secchi. Maggio, luglio e soprattutto novembre sono stati caratterizzati da piogge abbondanti, estese a tutto il territorio nazionale, mentre a marzo e giugno sono state scarse in tutte le regioni.

Le piogge mese per mese

Al Nord il mese relativamente più piovoso è stato novembre, con un picco di anomalia positiva di + 200%, seguito da dicembre (+77%) e maggio (+75%); al Centro e al Sud i mesi relativamente più piovosi sono stati maggio (rispettivamente +142% e +122%), novembre e luglio.

I mesi più secchi rispetto alla media sono stati giugno (soprattutto al Centro, anomalia di -86%) seguito da marzo, (soprattutto al Centro e al Nord, anomalia rispettivamente – 76% e -72%), febbraio, gennaio limitatamente al Nord e al Centro, ed agosto.

Anche nel 2019 si sono verificati eventi di precipitazione intensa: i valori più elevati di precipitazione giornaliera sono stati rilevati il 21 ottobre in Liguria e Piemonte, nelle province di Genova e Alessandria, dove sono state registrate precipitazioni cumulate comprese fra 400 e 500 mm, con un massimo di 502 mm a Campo Ligure (GE).

Riguardo agli indici climatici rappresentativi delle condizioni di siccità, i valori più elevati del numero di giorni asciutti nel 2019 si registrano a Catania (318 giorni); valori elevati si osservano anche in Pianura Padana, su Liguria di Levante, sulla costa toscana e del Lazio settentrionale, sulle coste adriatica, ionica e su gran parte di Sicilia e Sardegna. 

Gli eventi atmosferici estremi del 2019

L’Ispra ricorda gli “eventi estremi rilevanti” fra i quali l’intensa perturbazione che il 21 ottobre ha investito Liguria e Piemonte (fra le province di Genova e Alessandria), con precipitazioni di intensità eccezionale sugli intervalli di 12 e 24 ore e la prolungata fase di maltempo del mese di novembre, che ha portato persistenti e abbondanti piogge su tutto il territorio nazionale.

Sempre a novembre si sono verificate frane e smottamenti, piogge alluvionali a Matera e ripetuti episodi di acqua alta a Venezia con livelli di marea fino a 187 cm, evento eccezionale che ha provocato ingenti danni al patrimonio artistico della città.

Il 2019, con +1.56°C – prosegue il rapporto Ispra – è stato il 23° anno consecutivo con anomalia positiva di temperatura rispetto al valore climatologico di riferimento 1961-1990; otto dei dieci anni più caldi della serie storica sono stati registrati dal 2011 in poi, con anomalie comprese tra +1.26 e +1.71°C.

Ad eccezione di gennaio e maggio, che hanno registrato anomalie negative (rispettivamente di -0.58°C e -1.49°C), in tutti i mesi la temperatura media nazionale è stata nettamente superiore alla media, con un picco di +3.82°C a giugno e anomalie superiori a +2°C ad agosto (+2.60°C), dicembre (+2.24°C), luglio (+2.22°C), marzo e ottobre. (Fonti: Ansa e Agi)

Published by
Alberto Francavilla