Un quadro di ”carenza” in cui manca ancora una gestione affidabile dell’acqua per garantire i giusti servizi ai cittadini. Un esempio significativo di questa situazione e’ rappresentato dal pericoloso caso degli sprechi e delle ”perdite d’acqua” pari al 37,3% che mette a rischio famiglie e imprese. Questo lo stato dell’arte dei servizi idrici nel nostro Paese disegnato dalla ‘Relazione annuale al Parlamento’ della commissione nazionale per la vigilanza sulle risorse idriche (Conviri).
Le perdite d’acqua, dice Roberto Passino, presidente della commissione, sono un ”fenomeno gravissimo che pone a rischio interessi di rango primario a danno di famiglie e imprese” e ”di crescente pericolosita’ per la siccita’, aumentata a causa dei cambiamenti climatici”. A oggi, osserva Passino, sono ”pochissimi i dati attendibili: le stime confondono e sommano le perdite fisiche con le perdite amministrative” e in alcuni casi arriva ”a contraddire il bilancio idrico”.
A livello di tariffe, per quanto riguarda la sostenibilita’ sociale, la spesa annuale per i consumi di 200 metri cubi all’anno di una famiglia tipo si colloca intorno all’1,7% del reddito di poverta”’. Secondo la relazione ”il volume delle perdite idriche raggiunge nel nostro Paese livelli difficilmente sostenibili, con intere aree dove l’acqua non e’ una certezza”. Il volume non fatturato sul volume totale immesso nelle reti idriche e’ pari al 37,3%. La dispersione, avverte la commissione di Vigilanza, e’ ”considerevole anche all’interno di singole regioni”.
In Piemonte, per esempio, nell’Autorita’ d’ambito di Verbano, Cusio, Ossola e Piano Novarese, le perdite arrivano al 78%, con uno spreco di quasi 1.000.000 di metri cubi di acqua (1.200.000 metri cubi di volume immesso e 258.554 di volume fatturato), nell’Autorita’ d’ambito del Veneto alto le perdite arrivano al 68%, sono al 69% nell’area del Sele in Campania. In totale a livello nazionale la media e’ del 37,3% di perdite, con 5.308.459.533 di volume immesso in metri cubi e 3.327.722.489 metri cubi di volume fatturato.
Ecco una mappa dei principali dati volumetrici relativi alle perdite idriche per le principali aree del nostro Paese (in base al volume non fatturato sul totale del volume immesso nel sistema): – Torino perdite al 26% – Milano al 19% – Venezia al 30% – Trieste al 39% – Genova al 27% – Bologna al 25% – Toscana del nord al 40% – Perugia al 47% – Ancona al 30% – Roma al 29% – in Campania per l’area sarnese vesuviana al 51% – in tutta la Puglia al 54% – in Basilicata al 58% – in Calabria (a Cosenza e Crotone) si aggirano intorno al 33% – a Catania al 33% – a Enna al 52% – a Caltanissetta al 47% – in Sardegna al 54%.