Acqua: un terzo va perso, soprattutto nelle metropoli

ROMA, 18 OTT – E' troppa l'acqua che si perde nelle reti idriche, ormai dei veri e propri colabrodo. E nonostante questo nelle metropoli se ne riesce a sciupare ogni giorno fino a 400 litri per abitante, a fronte di una media nazionale di consumo che supera di poco i 200 litri a testa. Questo l'allarme lanciato dal forum sull'acqua 'Fino all'ultima goccia', organizzato dal Consiglio nazionale dei geologi a Roma.

Si tratta – spiega il presidente Gian Vito Graziano citando dati Istat – di ''una dispersione del 35% che ogni anno costa 200 milioni di euro, anche se per le riparazioni delle infrastrutture una stima prevede una spesa che va da 40 a 64 miliardi di euro''.

In Italia si consumano in media tra i 215 e 230 litri pro-capite al giorno (in Europa si va da 30 fino a 600), anche se nelle aree interne della Sicilia si scende a 150 litri a testa. Il 33% non ha accesso in modo sufficiente alla risorsa idrica, mentre il 32,8% non beve l'acqua del rubinetto.

La suddivisione dell'uso dell'acqua vede in testa l'agricoltura con il 67%, seguita dall'industria con il 18% e dagli usi domestici con l'8%. Al loro interno l'agricoltura che 'beve' di piu' e' quella del nord Italia (80%), appena l'1,4% il centro, e il 4,2% per il sud. Quello che preoccupa, aggiunge Graziano, per le industrie e' ''l'indirizzo'' di sviluppo: adesso consumano circa 5 miliardi di metri cubi ma dovrebbero arrivare a questo ritmo a 13 miliardi.

Tra gli usi domestici quello piu' idrofilo e' lo sciaquone del bagno (28% del totale), seguito dall'acqua usata per la pulizia personale (23%) su cui pesa per 1/3 lo spreco del rubinetto aperto lavandosi i denti. Il presidente Graziano stila poi una classifica delle priorita' per il nostro Paese: al primo posto ''la difesa del suolo'', poi ''la riforma urbanistica'' e ''i piani di difesa delle acque'' contro ''l'inquinamento e il ripristino ambientale delle falde'' come, per esempio, quella ''del fiume Po, la piu' importante d'Italia, che e' totalmente inquinata''.

Nei Paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo la disponibilita' d'acqua arriva al 66% per i Paesi della sponda nord (Italia, Spagna, Francia), al 24% per quelli della sponda est (Turchia, Israele, Cipro) e al 10% per gli stati africani. In tutto il Mediterraneo l'uso maggiore di acqua viene impiegato per l'agricoltura (82%), a seguire l'industria (10%) e gli usi domestici (8%).

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Alberto Francavilla