SAN PAOLO, 26 AGO – La siccita' che ha colpito l'Amazzonia nel 2010 e' stata la peggiore di tutti i tempi, e quella di quest'anno, che dura gia' da oltre un mese, potrebbe rivelarsi anche maggiore per intensita' e durata. Lo sostiene lo studio di uno scienziato dell'Istituto brasiliano di ricerche spaziale (Inpe), Jose' Marengo, pubblicato dalla rivista Geophysical Research Letters, secondo il quale il fenomeno e' da attribuire ad un concorso senza precedenti di fattori, che pero' potrebbe anche ripetersi negli anni a venire.
Marengo ha scoperto che tra dicembre del 2009 e aprile del 2010 la temperatura delle acque del Pacifico sud e' salita in modo brusco e abnorme, provocando una forte siccita' nella fascia tropicale e equatoriale del Sudamerica, in particolare in Peru' e in Brasile. Il dramma e' che il periodo tra dicembre e aprile corrisponde esattamente al periodo delle piogge in Amazzonia.
Subito dopo, il riscaldamento delle acque dell'Atlantico sopra l'Equatore ha impedito che le correnti di aria umida provenienti dall'emisfero nord scendessero a inumidire la fascia equatoriale, peggiorando ancora la siccita' dell'Amazzonia fino a novembre.
''Il fenomeno si era gia' presentato nel 2005, in forma piu' blanda, e si sta annunciando in forma ancora piu' accentuata quest'anno, per il secondo anno di seguito'', e' l'allarme lanciato dal ricercatore sulla rivista. A Manaus, capitale dell'Amazzonia brasiliana, l'umidita' in questi giorni oscilla tra 15 e 18%, e a Porto Velho e' scesa a 10%. Sono percentuali piu' normali per il Sahara che per la foresta equatoriale, e rappresentano l'indice piu' basso mai registrato, inferiore anche a quello dell'anno scorso dopo mesi di siccita'.
Secondo molti biologi e ambientalisti, molta vegetazione amazzonica potrebbe non sopportare una nuova fase di sei o sette mesi senza una goccia di pioggia, e si scatenerebbe un processo irreversibile di cambiamenti epocali nell'ecosistema amazzonico.
