Già sono in pericolo estinzione, ora a mettere in pericolo le balene grigie occidentali è un test sismico per una società petrolifera russa. E’ quanto afferma l’Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn, International Union for Conservation of Nature), spiegando che la sismicità che sarà provocata dalla ricerca della società petrolifera russa Rosneft, prevista per l’estate del 2010, costituisce “una grave minaccia” per le balene.
E per chiedere il rinvio dell’indagine sismica il direttore generale dell’Iucn, Julia Marton-Lefevre, si è rivolta al primo ministro russo Vladimir Putin.
“Esorto – scrive Marton-Lefevre – il governo russo a garantire che tutte le società operanti in settori critici per le balene grigie rispettino gli obblighi e gli impegni per sviluppare le risorse di petrolio e gas in modo ecologicamente responsabile”. In particolare, spiega l’Iucn, sia la comunità scientifica che la commissione baleniera internazionale ritengono “il rumore provocato dalle indagini sismiche come una grave minaccia per le balene”.
Il rischio immediato è il possibile disturbo per l’alimentazione e la cura dei piccoli che il sondaggio sismico della Rosneft Lebedenskoie provocherebbe nelle acque costiere del nord-est dell’isola di Sakhalin, che in estate diventa fonte di alimentazione primaria per le balene e in autunno per animali terrestri.
Il punto, osserva l’Unione mondiale per la conservazione della natura, è che l’inizio del sondaggio stato previsto alla fine di luglio 2010 proprio nel periodo in cui le balene arrivano nella zona trascorrendo gran parte della stagione critica per l’alimentazione. Secondo il direttore generale dell’Iucn “l’indagine della Rosneft deve essere rinviata di almeno un anno” perchè “il modo migliore per ridurre al minimo gli impatti sulle balene è di condurre indagini sismiche all’inizio della stagione” quando le balene sono ancora in acque aperte.
