
USA, WASHINGTON – I piani per costruire centinaia di nuove centrali elettriche a carbone nel Sudest asiatico non consentirebbero di rispettare l’accordo di Parigi sul clima, che prevede di limitare l’aumento della temperatura globale entro i due gradi centigradi, e questo “sarebbe un disastro per noi, per i nostri figli e per il pianeta”.
A lanciare l’avvertimento è il presidente della Banca mondiale, Jim Yong Kim, intervenuto al Climate Action Summit a Washington. Se nel mondo occidentale l’uso del carbone sta crollando, in Asia meridionale e orientale vivono decine di milioni di persone che ancora non hanno accesso all’elettricità .
“Ci stiamo concentrando sui progetti nel Sudest asiatico, dove le proiezioni mostrano un marcato incremento dell’uso del carbone nei prossimi due decenni”, ha detto Kim. L’obiettivo è aiutare i Paesi coinvolti ad attrarre investimenti privati sulle energie rinnovabili.
Cina, India, Indonesia e Vietnam rappresentano i tre quarti delle nuove centrali a carbone attese nei prossimi cinque anni. “Se il Vietnam andasse avanti con i 40 Gigawatt di carbone, se l’intera regione implementasse i piani basati sul carbone in questo momento, penso che saremmo finiti”, ha avvertito Kim.
