LONDRA, 1 GIU – La Gran Bretagna, seguita dall'Italia, e' al primo posto nella classifica delle nazioni che hanno acquistato terra in Africa da destinare alla coltivazione di biocombustibili. Lo rivela oggi un'inchiesta del Guardian che svela che 11 societa' britanniche hanno comprato un totale di 32 milioni di ettari di terreni le cui piante saranno utilizzate per la produzione di biodiesel. Si tratta di dati preoccupanti, soprattutto alla luce di una ricerca odierna di Oxfam che mette i biocombustibili nella lista dei fattori dell'aumento dei prezzi degli alimenti. Secondo l'organizzazione umanitaria, milioni di persone saranno condannate alla fame mentre i prezzi dei cibi piu' comuni raddoppieranno nei prossimi 20 anni. Le cause, oltre ai biocombustibili – che utilizzano terreni che potrebbero invece essere destinati alla produzione di cibo – sarebbero i cambiamenti climatici, la crescita della popolazione mondiale e le speculazioni dei commercianti. Al momento, il mondo produce abbastanza cibo per sostenere la sua popolazione, ma nonostante cio', 925 milioni di persone soffrono la fame. L'inchiesta del Guardian ha scoperto la scala della corsa internazionale ai biocombustibili: 100 progetti di 50 societa' in oltre 20 Paesi. La compagnia numero uno e' la britannica Crest Global Energy, che in Mali, Guinea e Senegal possiede 900.000 ettari di terreni. Il suo direttore, Tom Stuart, ha dichiarato: ''E' vero che in alcuni casi i biocombustibili non permettono la coltivazione di piante per uso alimentare, ma nei terreni marginali convertiti ad uso agricolo, coltiviamo sia piante alimentari, che da destinare ai biocombustibil. C'e' un grosso elemento sociale nei nostri progetti, con tutta la popolazione locale che dev'essere concorde e i contratti sono normalmente stipulati a livello governativo''. Un'altra azienda, la Sun Biofuels, possiede 8.000 ettari in Tanzania dove coltiva la Jatropha curcas, una pianta non commestibile i cui semi oleosi vengono utilizzati per produrre biodiesel. In passato si diceva che la Jatropha era una soluzione perfetta, in quanto cresceva su terreni aridi che non potevano dunque essere coltivati. Ma secondo Jamidu Katima dell'universita' di Dar es Salaam, non e' cosi': ''Coltivare Jatropha in maniera redditizia su terreni aridi e' una diceria. Ha bisogno di acqua, fertilizzanti e pesticidi per dare una grossa resa. I biocombustibili incoraggiano inoltre la distruzione delle foreste. Secondo l'Institute of European Environmental Policy l'anidride carbonica rilasciata dalla deforestazione legata ai biocombustibili potrebbe eccedere i tagli delle emissioni del 35% nel 2011 e salire al 60% nel 2018. Secondo l'inchiesta del quotidiano, al secondo posto dopo la Gran Bretagna c'e' l'Italia, con sette societa', seguita dalla Germania, dalla Francia e dagli Usa. Il Brasile e la Cina hanno acquistato anche loro terreni in Africa, ma i giornalisti del Guardian sono riusciti soltanto a trovarne alcune.