ROMA, 22 NOV – Nel Borneo le uccisioni degli oranghi procedono ad un ritmo di almeno mille esemplari all'anno, malgrado questi animali godano di un regime di protezione. E' quanto emerge da un'indagine riportata dalla rivista New Scientist, condotta nella zona indonesiana dell'isola (Kalimantan).
I ricercatori del "People and Nature Consulting International" di Giakarta, intervistando circa 7.000 persone di 687 villaggi diversi, hanno scoperto che tra i 750 e i 1800 oranghi (Pongo pygmaeus) sono stati uccisi tra il 2008 e il 2009. Un numero considerevole in relazione alla popolazione complessiva di questi primati nel Borneo – 69mila unità – e tuttavia migliore rispetto ai decenni precedenti, quando si ritiene che ogni anno venissero uccisi oltre 3000 esemplari.
L'analisi suggerisce anche i motivi di tali uccisioni. Secondo gli intervistati, il 54% degli oranghi sono stati uccisi per essere poi mangiati dalla popolazione locale, il 10% a causa delle devastazioni che essi provocano nei campi coltivati e il 15% perchè avevano assalito degli esseri umani.
Le norme esistenti in Indonesia proibiscono di uccidere gli oranghi e anche di detenerne i corpi, ma assai raramente chi le disattende viene punito.