TOKYO – Il Giappone ci riprova e decide la ripresa della caccia alle balene in Antartide dall’anno fiscale 2015, malgrado la Corte internazionale di giustizia dell’Aja abbia a marzo ordinato il blocco immediato delle attività accogliendo il ricorso dell’Australia contro le finalità ‘scientifiche’.
Tokyo ha annunciato che la flotta baleniera, in ossequio alla decisione del tribunale dell’Onu, non condurrà programmi nelle acque dell’oceano Antartico nell’esercizio fiscale in corso, pur anticipando il proposito di presentare un nuovo piano di caccia alla Commissione baleniera internazionale entro l’autunno.
“Siamo giunti alla conclusione di voler proseguire dopo aver esaminato attentamente la sentenza”,
ha spiegato il ministro di Agricoltura e Pesca, Yoshimasa Hayashi. La decisione “riflette ciò che la sentenza ha sottolineato e vorremmo spiegare il tutto con sincerità ad ogni Paese coinvolto”, ha aggiunto.
Tokyo la chiama “caccia alle balene per ricerca”, finalizzata alla raccolta di dati per dimostrare che la cattura di balene non intacca la sostenibilità dei cetacei. Ma per Paesi come Australia e Nuova Zelanda è solo a fini commerciali.
Il governo nipponico ha anche deciso di continuare la caccia nel nordovest del Pacifico già quest’anno, con la flotta in partenza a fine mese e con il target di 210 cetacei invece che i 380 dello scorso anno. Anche se la sentenza della Corte dell’Aja è applicabile solo all’oceano Antartico, il Giappone stava considerando se congelare ogni attività nel Pacifico, data le forti critiche da parte degli Stati Uniti. Infine, la svolta: la flotta salperà il 26 aprile per i primi rilievi al largo della costa giapponese. La partenza era stata inizialmente prevista per martedì ed è stata rimandata a seguito di ulteriori accertamenti.