Stato di emergenza intorno al centro di trattamento e stoccaggio dei rifiuti nucleari di Maiak, nella città di Ozersk, nella regione di Celiabinsk, sugli Urali, contro la propagazione degli incendi nella zona: lo ha decretato il capo dell’amministrazione locale Viktor Trofimshuk il 6 agosto scorso, secondo quanto reso noto solo oggi dalla stressa amministrazione. Trofimshuk presiederà domani una riunione di emergenza per coordinare gli sforzi dei servizi coinvolti.
L’impianto Maiak è già stato protagonista nel 1957 di una delle maggiori catastrofi dell’Urss, a causa della fuoriuscita accidentale di rifiuti nucleari liquidi che aveva interessato 260 mila persone e richiesto l’evacuazione di diverse località della zona.
Altre due strutture nucleari sono state minacciate dalle fiamme, ma per ora la situazione sarebbe sotto controllo, secondo quanto assicurano le autorità.
Nel centro di Sarov, 500 km a est di Mosca, sono tornate i materiali fissili ed esplosivi evacuati nei giorni scorsi, ma prosegue la sorveglianza in quattro zone dove resta la possibilità di incendi, secondo Serghiei Novikov, portavoce dell’agenzia nucleare Rosatom. Quanto al centro di Snezhinsk, nella regione di Celiabinsk, sugli Urali, il direttore Gheorgi Rikovanov conta sullo spegnimento dell’incendio se oggi continueranno le condizioni meteo favorevoli, con assenza di vento.