“Catturare l’orsa Dj3′: l’ennesima razzia di allevamenti suscita l’ordinanza di Dellai

TRENTO – L’orsa Dj3, figlia di Daniza e Joze, sarà catturata al suo risveglio dal letargo e trasferita presso un centro per “orsi problematici” vicino Trento, questa l’ordinanza firmata dal presidente della provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai, dopo che la ‘temeraria’ Dj3 si è avventurata nel centro di Roncone, dove ha sbranato la pecora del parroco don Igor. A niente è valso l’altolà del ministero: le incursioni degli orsi nei paesi delle valli trentine preoccupano troppo i cittadini, che il governatore è deciso a rassicurare sul ‘problema’ orsi, che una decina di anni fa furono riportati in Trentino.

La condizione imposta dal ministero era chiara: la cattura dell’orsa trentina sarebbe stata autorizzata a patto che dalla Slovenia ne arrivasse un’altra, ma Dellai ha replicato fermo si essersi “preso la responsabilità di decidere nonostante il parere giunto da Roma, perché siamo noi i gestori di questo progetto. In prima linea ci siamo noi – ha sottolineato il presidente -. Di importare altri orsi non se ne parla. Il consenso della comunità è decisivo, e oggi notiamo segnali di insofferenza di una larga parte dell’opinione pubblica. Serve buon senso e per questo abbiamo affidato uno studio tecnico per riflettere su quanti esemplari sono sostenibili in un territorio antropizzato come il nostro”.

Prevedibile l’indignazione degli ambientalisti e la replica degli spaventati cittadini, che devono fare i conti con razzie negli allevamenti di pecore e polli, con i cassonetti blindati ‘anti orso’ e che degli orsi liberi di girare nelle cittadine non ne possono più. Anche la Lega non ha perso l’occasione di alimentare la polemica che tale ordinanza ha suscitato, con le parole dell’onorevole Maurizio Fugatti: “Dove è stato Dellai in questi anni in cui l’orso si è moltiplicato? Pensava forse che fossero tutti come l’orso Yoghi dei fumetti?”.

Una lancia a favore degli orsi va però spezzata: nonostante i numerosi avvistamenti e i danni agli allevamenti, non si sono mai verificate aggressioni all’uomo da parte dell’orso bruno delle Dolomiti, considerato dalla forestale un animale pericoloso solo sulla carta. Inoltre gli orsi rappresentano una fonte di turismo per le valli trentine, con i turisti che richiedono l’organizzazione di ‘safari’ volti all’avvistamento.

I responsabili del progetto di ripopolamento degli orsi nelle valli trentine ci tengono però a precisare che il numero attuale di tali mammiferi nel territorio ammonta a circa 30 esemplari a fronte dei dieci importati nel 2000 dalla Slovenia, un numero ancora esiguo secondo le stime del progetto, che vede gli orsi ancora a rischio estinzione. Un’unica possibilità di salvezza ormai esiste per l’orsa Dj3, che sarà lasciata libera per accudire eventuali cuccioli.

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