Clima, Durban: le ultime ore per trattare sull'accordo 2

DURBAN (SUDAFRICA), 9 DIC – Rush finale per la diciassettesima Conferenza mondiale Onu sul Clima, a Durban, in Sudafrica, dal 28 novembre scorso. Nelle ultime ore ministri e negoziatori a lavoro su una bozza di ipotesi di un Kyoto2 fino al 2015 per traghettare il Pianeta verso un accordo mondiale salva-clima da varare tra quattro anni per essere operativo dopo il 2020.

Un Kyoto due ritoccato per mantenere la validita' del Protocollo puntando al lancio del processo in vista del 2020. Centrale il ruolo dell'Unione Europea che ha lanciato in questi negoziati un'alleanza con le piccole isole e il gruppo dei paesi poveri per un totale di 120 stati. Un processo che potrebbe portare all'inclusione di Cina e Brasile nella task-force mondiale con futuri impegni. L'Italia ha puntato sulla cooperazione 'rafforzata' sottolineando l'importanza delle nuove economie.

Il documento su cui si stanno confrontando i ministri al vertice Onu, e in cui si rimanda per una decisione alla prossima Conferenza in Qatar (Cop 18), sostiene che il processo per l'accordo globale sul clima deve "iniziare subito" e il testo dovrà "esser pronto non più tardi del 2015". Nel testo vengono prospettate 8 proposte, tra cui quella di considerare di portare a 1,5 gradi (dagli attuali 2) l'aumento della temperatura media globale e di aspettare il nuovo rapporto dell'Ipcc.

Intanto un gruppo di attivisti ha animato la giornata finale della Conferenza con un'espulsione registrata nelle fila di Greenpeace.

Il protocollo di Kyoto andrebbe avanti senza Canada, Russia e Giappone, e senza gli Usa, che comunque non lo hanno mai ratificato. Su 'Kyoto 2' c'e' un apposito emendamento in allegato.Tra le ipotesi fatte al tavolo dei negoziatori, questa è ritenuta quella meno impegnativa, ma anche l'unica che può portare alla firma di un accordo futuro.

In particolare, il negoziato sul trattato globale per il clima dovrebbe concludersi al 2015 e l'accordo entrare in vigore dopo il 2020.

I negoziati, in queste ultime ore, sono stati caratterizzati dalla centralita' dell'Europa che ha dato vita alla cosiddetta ''Coalizione dei Volenterosi'' – lanciata dal Commissario europeo al clima, Connie Hedegaard, insieme ai ministri dell'ambiente della Danimarca, Martin Lidegaard, e del Gambia, Jato Sillah – e che raggruppa l'alleanza delle piccole isole (Aosis) e i Paesi piu poveri (LDCs), oltre che l'Ue, raccogliendo via via il sostegno di molti paesi africani e latino-americani. Si tratta di un'alleanza trasversale tra Paesi industrializzati e in via di sviluppo tesa a spingere Cina Brasile e India ad abbandonare il gioco dei veti contrapposti e costringere cosi' gli Stati Uniti – riferiscono alcuni osservatori – ad approvare un mandato a sottoscrivere entro il 2015 un accordo globale che abbia come architrave, appunto, il nuovo Protocollo di Kyoto.

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Emiliano Condò