NEPAL – Il cosiddetto fenomeno ”black carbon”, la fuliggine prodotta dagli incendi dei boschi e dalla combustione parziale delle biomasse, sta minacciando la catena dell’Himalaya, accelerando lo scioglimento dei ghiacciai, uno dei principali indicatori del cambiamento climatico in atto. E’ quanto è emerso da un seminario organizzato dal Comitato EvK2Cnr, dall’ambasciata d’Italia a New Delhi e dall’Istituto Commercio Estero (Ice) tenutosi nella giornata di giovedì nella capitale indiana, nell’ambito di un convegno internazionale sullo sviluppo sostenibile.
”Non è ancora stato quantificato l’impatto del black carbon sulla catena himalayana”, ha detto Elisa Vuillermoz, del comitato Cnr che gestisce il laboratorio-piramide sull’Everest. “Sono in corso degli studi nell’ambito del progetto Paprika, realizzato insieme ai francesi, che nei prossimi due anni studierà l’impatto sulle immense risorse idriche dell’Himalaya e del Karakorum”.
Le particelle carboniose, prodotte in grande quantità in paesi come l’India, dove nelle campagne c’è molta combustione di legno, sterco e carbone vegetale, hanno un effetto simile a quello dei gas serra nell’atmosfera, perchè assorbono le radiazioni solari. Inoltre quando si depositano sulla neve, ne favoriscono la fusione per la loro proprietà di attirare i raggi solari.
Al seminario è stato anche presentato il nuovo sistema di monitoraggio Nano Share che consiste in mini centraline portatili (i prototipi sono in fase di test) che possono essere posate in alta quota fino a temperature di meno 40 gradi per misurare gli aerosol.