In un’intervista al Corriere della Sera il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, dopo la diffusione dei dati 2009 dell’Agenzia europea dell’ambiente avverte: “Non possiamo gloriarci di questi dati: per cambiare le cose servono investimenti”.
Il dato europeo della riduzione del 17 per cento delle emissioni di gas serra ”ha un valore virtuale, non certo reale” perché legato ”alla crisi” e non ”a interventi strutturali”.
Prestigiacomo immagina che ora ”ci siano Paesi che chiedono di alzare il livello di riduzione stabilito nel 20 per cento nel 2020”. Ma, avverte, ”quel limite, che pure noi abbiamo condiviso e sottoscritto, deve rimanere dov’è e non andare oltre. Noi ci siamo sempre opposti ed ora lo ribadiamo: siamo assolutamente contrari, è inimmaginabile” perché ”già il 20% richiede investimenti onerosi”.
Non è possibile, insomma aumentare la quota, ma bisogna ”lavorare seriamente per attuare quelle modifiche strutturali dalle quali dipendera’ il vero miglioramento ambientale”. L’Unione europea, però ”non può muoversi unilateralmente realizzando percorsi autonomi” perché il problema è ”globale” e ”noi non siamo in grado di caricarci, da soli, questo pesante fardello”. Ma ”fino a che le indicazioni provenienti dagli Stati Uniti e da altri Paesi restano vaghe e’ difficile fare passi avanti”.