ROMA – Il Pdl riapre l’annosa questione dei condoni edilizi in Commissione Ambiente al Senato. All’ordine lavori, infatti, sarebbero stati imposti tre ddl grazie ai quali riaprire i termini della sanatoria, edizione 2003. Firmatari dei provvedimenti sono due senatori campani del Popolo delle libertà, Carlo Sarro e Gennaro Coronella, insieme al Commissario regionale, nonché ex ministro della Giustizia, Nitto Palma. E pensare che il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, pochi giorni dopo il suo insediamento disse: “Mai più condoni edilizi, spero di inserire in norma un divieto assoluto”. Così oltre a un problema di legalità e sicurezza, la questione si fa anche squisitamente politica, con il rischio di logorare ulteriormente i rapporti tra il primo partito di maggioranza e il governo.
Stop alle ruspe anche in zone vincolate. Secondo quanto riportato dal quotidiano la Repubblica: “Questa volta l’escamotage usato sarebbe la necessità di “riparare” il danno subìto dai cittadini campani, in relazione alla decisione della Corte Costituzionale che nel 2006 ha censurato una legge varata dalla Regione Campania per differire i termini di sanatoria legati all’ultimo condono”. “Ma proprio in quanto la Consulta ha respinto la possibilità di un “condono regionale” – avverte Repubblica – in caso di approvazione le proposte avanzate oggi in Commissione Ambiente del Senato porterebbero al varo di un quarto condono edilizio nazionale, valido anche per le edificazioni abusive avvenute nelle aree vincolate”.
Il Pd annuncia battaglia. Le norme ad regionem, ossia a solo beneficio della Regione Campania notoriamente la più devastata dall’abusivismo edilizio, sono state definite dal secondo partito di maggioranza “surreali”. Roberto Della Seta, capogruppo del Pd in Commissione Ambiente, ha detto: “E’ quasi surreale che in un paese come il nostro, assediato da condizioni diffuse di dissesto idrogeologico e abusivismo, specie al Sud, una grande forza politica come il Pdl tenti di riproporre lo strumento del condono, che nella storia recente dell’Italia ha più volte mostrato il suo effetto principale, cioè di alimentare ulteriormente la spirale delle costruzioni illegali e del business delle ecomafie. Gli abusi edilizi vanno perseguiti e demoliti, specie se come in Campania e in gran parte del meridione riguardano aree pregiate e vincolate”.