BERLINO – Il governo tedesco ha ordinato il richiamo di 22 mila Porsche Cayenne distribuite in Europa, di cui 7.500 in Germania. E’ l’ultima puntata del Dieselgate, lo scandalo delle emissioni partito da Volkswagen e che si sta allargando ad altre case automobilistiche.
Il ministro dei Trasporti tedesco Alexander Dobrindt ha disposto il ritiro obbligatorio sulle Porsche dopo aver rilevato che con ogni probabilità il motore tre litri installato ha un defeat device, un software in grado di manomettere e falsificare le emissioni. Mentre la casa automobilistica ha dichiarato di assumersi “piena responsabilità” e promesso di collaborare pienamente con le autorità.
Dobrindt ha spiegato che i veicoli inquisiti sono “ancora in produzione” e che per questo verrà proibita l’immatricolazione di quelli pronti ad andare sul mercato.
In pratica sui modelli diesel della Porsche Cayenne è montata una tecnologia che farebbe sì che i veicoli raggiungano, su strada, delle emissioni di ossidi di azoto molto più elevate di quanto previsto dalla legge, mentre rispettano, sul banco di prova, i limiti consentiti.
Già un mese fa un’inchiesta dello Spiegel, che citava un’indagine effettuata, per conto dello stesso settimanale, dall’ente di certificazione tedesco Tuev Nord, denunciava emissioni “superiori al valore limite valido per l’omologazione”.
Con questi valori l’auto non avrebbe ricevuto l’autorizzazione dalle autorità competenti. Secondo il settimanale, e oggi ne è giunta conferma, il costruttore ha utilizzato un defeat device che verrebbe attivato dal software del cambio.