RUHR, GERMANIA – Come trasformare la fogna a cielo aperto più puzzolente d’Europa in un’oasi naturale. La fogna è un fiume, l’Emscher, che dopo mastodontici lavori di risistemazione dei suoi 83 km di lunghezza potrebbe trasformarsi in un modello di depurazione dai liquami, tanto da farcisi il bagno. Sono al lavoro 1.500 operai dell’impresa più avanzata nel trattamento delle acque reflue.
L’Emscher, ribattezzato affettuosamente dai locali “fiume-fogna” (o “torrente merda”, dipende dalla cattiveria del traduttore), è un corso d’acqua che nasce dalle parti di Dortmund e tocca Geselkirchen, Essen, Oberhausen, Duisburg, per poi morire nella foce del Reno. Passa quindi fra le città più importanti della Ruhr, la zona più industrializzata della Germania. L’odore dell’Emscher lo sentono tre milioni di nasi, tanti quanti sono gli abitanti di quell’area.
Per anni lo sfortunato fiume ha raccolto per strada feci e liquami provenienti dagli impianti fognari cittadini e scarichi sversati dai numerosi impianti industriali presenti sul suo percorso.
L’Emscher è diventato la Cloaca Maxima Germanica perché nella Ruhr non era possibile, già dalla metà del 1800, realizzare una fogna sotterranea. Il terreno, che le tantissime miniere avevano reso un gruviera di cunicoli, è da allora soggetto a frane e smottamenti che avrebbero distrutto i tubi di un impianto fognario.
Così per 160 anni gli abitanti della Ruhr e le industrie hanno scaricato di tutto nel fiume. Nel 1901 un’epidemia di tifo fece 200 morti a Geselkirchen. Un medico scrisse a proposito dell’Emscher: “Di colore nero, è un impasto di polvere di carbone, scarichi delle città e liquami dai campi dei contadini, talvolta così spesso che se ci butti un bastone rimane in piedi”.
Per oltre un secolo non è cambiato nulla. Gli argini di cemento del fiume sono stati recintati da un filo spinato che delimita una sorta di “zona rossa”. Ma nonostante ciò l’Emscher ha fatto le sue vittime (oltre all’aria appestata): bambini scivolati in acqua, sommozzatori annegati… Lo scrittore e giornalista del Die Zeit, Michael Holzach, vi morì nel 1983, tentando di salvare il suo cane.
Dal 1990 si è provato a cambiare il “corso” delle cose. Il muro di Berlino era appena crollato quando 19 Comuni della Ruhr insieme a tante aziende hanno fondato la Emschergenossenschaft, la “Cooperativa Emscher”, con l’obiettivo di depurare il fiume con un sistema high-tech e trasformarlo insieme ai suoi affluenti un’oasi di ruscelli e prati in fiore.
Cosa già riuscita nei primi 15 km del fiume, vicino Holzwickede. Gli argini di cemento sono stati demoliti e sostituiti con il verde. I biologi hanno già visto che l’acqua si è ripopolata di gamberi d’acqua dolce e di lumache.
Il progetto, mastodontico, ha un budget di 4,5 miliardi di euro e non sarà terminato prima del 2020. Procede, non senza intoppi, fra ritrovamenti di resti romani, zanne di mammuth, l’avanzamento faticoso di giganteschi tunnel sotterranei.
Ma comunque procede, ed è un simbolo di riscatto per il cuore industriale della Germania, degradato negli ultimi tempi a “cintura della ruggine“, come è stata ribattezzata in America l’area del Midwest composta da Pennsylvania, Michigan, Illinois, Indiana e Ohio. Una “cintura della ruggine” tedesca nella quale 1.500 operai insieme a ingegneri e geologi stanno lavorando alla riscossa della regione nell’era post-industriale. Che riparte dal suo fiume-fogna.