FOGGIA – Cumuli di rifiuti ovunque, montagne di immondizia che superano i due metri di altezza. Non è Napoli, ma Foggia che dopo le feste natalizie si è risvegliata in uno scenario a dir poco apocalittico. L’emergenza sembra essersi avviata a una soluzione, assicura il sindaco che promette interventi massicci di raccolta rifiuti, ma le strade sono una discarica, i cassonetti vanno a fuoco e c’è chi denuncia di aver subito intimidazioni e minacce dai clan malavitosi della città.
Dopo il fallimento delle due municipalizzate che si occupavano della raccolta dell’immondizia, il Comune ha disposto una soluzione temporanea, affidando alle aziende di due centri vicini il servizio, ma per le strade, soprattutto in alcuni punti della città, la tensione resta alta. Nei giorni scorsi di festa, i foggiani si sono imbattuti in scenari mai visti: cassonetti stracolmi di sacchetti, in alcuni casi anche dati alle fiamme. Il sospetto è che gli incendi siano stati appiccati dolosamente, da chi ha un chiaro interesse a ritardare la raccolta dei rifiuti e alimentare le tensioni.
Nella notte della vigilia sono stati oltre 60 gli interventi dei vigili del fuoco, scortati da polizia, carabinieri e vigili urbani per spegnere incendi di cassonetti e di cumuli di rifiuti accatastati per strada da giorni. A far saltare il servizio raccolta è stata una vertenza che riguarda 350 ex dipendenti Amica e Daunia Ambiente che protestano perché, oltre ad essere senza stipendio, temono di perdere il lavoro.
Dal 27 dicembre le operazioni per la rimozione seguiranno un ciclo di lavoro di 20 ore: dalle 4 alle 24. Nella giornata di giovedì saranno completate le operazioni di rimozione rifiuti nella zona centrale della città, mentre la maggior parte dei mezzi saranno utilizzati nelle zone di via Lucera, via San Severo, rione Candelaro e l’area circostante allo store Unieuro sul tratto urbano della statale 16. Da Palazzo di città fanno sapere che finora è stato raccolto circa il 50-60% dei rifiuti. Negli ultimi due giorni non si sono registrati problemi durante la raccolta da parte dei lavoratori che aspettano il saldo delle spettanze il che ha fatto cessare le scorte delle forze di polizia nelle fasi di raccolta.