Le autorità americane che stanno lavorando per evitare una catastrofe ambientale nelle coste meridionale del Paese hanno cominciato a bruciare una parte dell’enorme marea nera di petrolio che galleggia al centro del golfo del Messico. Lo ha fatto sapere la Guardia Costiera. Si tratta di una misura che è stata adottata per tentare di evitare l’avanzata della chiazza verso terra.
La fuoriuscita di petrolio dalla piattaforma della Bp Deepwater Horizon sprofondata nel Golfo del Messico il 22 aprile scorso è cinque volte più grande di quanto stimato inizialmente. Secondo quanto ha riferito la Guardia costiera americana, si stanno riversando in mare più di 5 mila barili di greggio al giorno, dopo la scoperta di una nuova falla.
Michael Abdenhoff, portavoce della Bp, ha confermato l’esistenza di una terza falla a 1.550 metri sotto il mare, ma ritiene che questa non abbia provocato un incremento della fuoriuscita di petrolio. «C’è una leggera divergenza d’opinione. Abbiamo trovato una nuova falla, che si aggiunge alle due falle già esistenti. Ma noi pensiamo che il volume di petrolio che fuoriesce in mare resti invariato».
Il governatore della Louisiana, Bobby Jindal, ha lanciato un appello affinché siano inviati aiuti d’emergenza per scongiurare una catastrofe ambientale: «La nostra priorità assoluta è quella di proteggere i nostri cittadini e l’ambiente. Gli aiuti supplementari sono fondamentali per attenuare l’impatto della marea nera sulle nostre coste», ha detto il governatore in un comunicato.
La Guardia costiera Usa ha iniziato gli incendi controllati della marea nera che si sta pericolosamente avvicinando alle coste della Louisiana. La macchia è ormai arrivata a 32 chilometri dalle spiagge e le prime tracce potrebbero raggiungere le coste nel fine settimana. L’operazione è già cominciata e, se dovesse andare bene su piccole porzioni della chiazza, si continuerà su più larga scala.
La macchia di petrolio ha ormai ha raggiunto una superficie di 74 mila chilometri quadrati (come Piemonte, Lombardia e Veneto messi insieme) e una circonferenza di 970 chilometri. Sono decine le navi e gli aerei che cercano di contenerla dopo che i robot sottomarini non sono riusciti ad applicare una valvola per turare le falle sottomarine.