Giappone, barre scoperte nella centrale di Fukushima: c’è il rischio di una fusione nucleare

ROMA – La situazione del Giappone non migliora, anzi. Quello che all’inizio è stato un terremoto, poi uno tsunami, ora rischia di diventare un disastro nucleare.

Le autorità nipponiche hanno sin dall’inizio cercato di sminuire la portata delle esplosioni ai reattori di Fukushima, ma ormai i danni sono evidenti. Il bilancio ufficiale dei morti per il maremoto sfiora ormai quota 5mila, senza contare le migliaia di dispersi, e il numero dei feriti è oltre duemila.

Ma a preoccupare sono i possibili feriti e morti di domani, contagiati dalle radiazioni. Oggi, 14 marzo, nuove esplosioni si sono verificate nell’impianto nucleare di Fukushima numero 1 nel nord est del Giappone, facendo saltare una parte del tetto della gabbia di contenimento senza danneggiare il reattore, secondo funzionari giapponesi.

L’esplosione ha causato il ferimento di undici persone una delle quali, investita da una forte quantità di radiazioni, è in condizioni gravi. E nel reattore numero 2 le barre di combustibile nucleare sono totalmente esposte, cosa che – anche secondo la società che gestisce la centrale, la Tepco – impedisce di escludere il rischio di una fusione.

Anche diciassette marinai americani della portaerei Ronald Reagan sono stati colpiti in modo lieve da radiazioni nucleari. La Reagan è stata la prima imbarcazione Usa a partire per offrire aiuto alle popolazioni civili colpite dal terremoto e dallo tsunami che ha sconvolto quelle zone. Si trova da giorni al largo del Giappone, esattamente a 100 miglia a nord della centrale nucleare di Fukushima, dove si sono avute le esplosioni e le conseguenti perdite di radioattività.

La radioattività è stata captata al termine delle missioni che questi militari stanno svolgendo a bordo di tre elicotteri. Tutti loro sono stati immediatamente soccorsi, si sono lavati a fondo e le loro divise sono state distrutte. Anche gli elicotteri sono stati de-contaminati. Secondo un portavoce militare nessun altra contaminazione è stata rilevata a bordo.

In tutti e tre i reattori della centrale di Fukushima 1 che erano attivi al momento del terremoto di venerdì 11 marzo le barre di combustibile sono rimaste scoperte, ossia non interamente sommerse dall’acqua di raffreddamento.

Nei reattori nucleari deve essere costantemente assicurata la presenza di un livello d’acqua sufficiente a coprire interamente gli elementi di combustibile. In caso contrario, il calore di decadimento che si genera nel combustibile può causare la produzione di idrogeno, il danneggiamento delle barre, con la conseguente fuoriuscita di isotopi radioattivi nell’acqua di raffreddamento, e la fusione del combustibile.

La Tepco e l’Autorità giapponese per la sicurezza nucleare e industriale (Nisa) hanno dichiarato che il livello dell’acqua nei tre reattori è inferiore alla norma, ma al momento tale da assicurare le condizioni di sicurezza. Non sono comunque stati forniti dati numerici al riguardo.

Tokyo ha chiesto agli Stati Uniti aiuto per contribuire a raffreddare le centrali nucleari danneggiate: lo rende noto la Us Nuclear Regulatory Commission, l’organo federale di controllo statunitense.

L’allarme peggiore arriva da Parigi, che ha definito la situazione nelle centrali nucleari colpite dal sisma in Giappone ”molto grave”, con “il rischio di una grande catastrofe non può essere scartata”: l’allarme è stato lanciato dal ministro dell’Ambiente francese, Nathalie Kosciusko-Morizet, da Bruxelles, dove è in corso il Consiglio dei ministri dell’Ambiente della Ue.

”L’incidente è molto grave – ha spiegato il ministro francese – perché, secondo le nostre informazioni, è stato rilasciato del vapore radioattivo. Quello che bisogna evitare è che siano danneggiate le strutture di contenimento dei reattori colpiti. Se questo succederà, vorrà dire che a cedere saràil cuore del reattore, e si entrerebbe in uno scenario da catastrofe”.

L‘Agenzia internazionale dell’energia atomica (Aiea) ha fatto sapere che il Giappone ha richiesto l’invio di un squadra di esperti, in seguito alle esplosioni in una centrale nucleare.

Il direttore generale dell’Aiea,  il giapponese Yukiya Amano, ha detto che comunque le radiazioni sprigionate dagli impianti nucleari in Giappone per effetto del terremoto e dello tsunami sono limitate. Amano ha precisato che il sisma e lo tsunami hanno scosso e allagato gli impianti ma che i contenitori dei reattori in acciaio e cemento sono intatti e dunque le emissioni radioattive limitate. Il direttore generale dell’Aiea ha precisato che l’Aiea invierà una squadra di esperti in Giappone.

Anche il presidente della Commissione europea José Manuel Durao Barroso si è espresso sulla situazione giapponese: “Vorrei esprimere la mia profonda solidarietà” al popolo giapponese, ”seguiamo la situazione con grande preoccupazione” e stiamo valutando la possibilità di inviare una ”missione europea”.

Il commissario Ue all’ambiente, Janez Potocnick, ha detto che la Ue, se necessario, è pronta a decidere misure di emergenza e di sicurezza in seguito all’allarme nucleare in Giappone.

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Published by
Maria Elena Perrero