Giappone, Fukushima “imprevedibile”: dal reattore ancora fumo e radiazioni

Fukushima vista dall'alto (foto Lapresse)

ROMA – Sono passate quasi due settimane ma la situazione è tutt’altro che sotto controllo: la centrale di Fukushima “fuma” ancora e, soprattutto, emette ancora radiazioni. Allo stesso modo non è finita l’emergenza terremoto: l’ultima scossa è di venerdì mattina (12:36 italiane), magnitudo 6,2. Là le chiamano scosse di assestamento, altrove sarebbero piccole catastrofi.

Le parole del premier giapponese Naoto Kan di stamattina fanno riflettere: “La situazione a Fukushima resta imprevedibile”. Non c’è bisogno di interpretare: significa che la centrale può ancora esplodere e l’incubo di una nuova Chernobyl è tutt’altro che archiviato.  “Lavoriamo per evitare che non peggiori – ha spiegato il premier – Dobbiamo essere estremamente vigilanti”. Esce fuori il quadro di un Paese schizofrenico: da un lato c’è il Giappone che ricostruisce un’autostrada in sei giorni, che ha fretta di archiviare e ricominciare. Dall’altro c’è la paura e i conti con la realtà: a Fukushima c’è un cuore radiattivo incandescente che non vuole sapere di mettersi a battere in modo normale.

L’operatore della centrale di Fukushima, Tokyo Electric Power (Tecpo), ha ammesso che le operazioni di raffreddamento dei reattori con cannoni ad acqua e i lavori di ripristino delle pompe ad acqua elettriche avanzano lentamente lentamente a causa della pericolosità del sito. Ieri due tecnici sono stati ricoverati in ospedale dopo aver subito un’alta dose di radiazioni. La Tepco ha avvertito inoltre che la vasca del reattore n.3 della centrale, che contiene barre di combustibile, potrebbe essere danneggiato. Al lavoro, intanto, anche i soldati Usa: cercano di pompare acqua nei reattori. A leggere le cronache si capisce che è la stessa identica battaglia di 10 giorni fa.

I giornali, come succede di norma, col passare dei giorni  tolgono spazio al Giappone. La centrale di Fukushima col suo rischio di fusione scende e poi scompare dalle prime pagine. Non se ne parla più e uno finisce per pensare che il peggio sia passato. E’ un errore di prospettiva: proprio stamattina l’agenzia giapponese per la sicurezza nucleare ha fatto capire che il livello di allarme potrebbe salire a livello sei. Per rendersi conto: subito dopo lo tsunami si parlava di livello 4. Qualche giorno dopo l’allerta è salito a livello cinque. Ora si parla di livello 6. Il livello 7 è Chernobyl.

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Emiliano Condò