Giappone, plutonio, mox e barre radioattive: i pericoli ancora forti di Fukushima

ROMA – Nella situazione sempre molto seria nella centrale nucleare di Fukushima 1, restano ancora almeno tre grandi problemi aperti: l’origine del plutonio disperso nell’ambiente, la contaminazione avvenuta in mare e il combustibile usato da trasferire dalle piscine di stoccaggio, ormai distrutte, in luoghi chiusi e più sicuri.

Plutonio. Dei sei reattori di Fukushima 1, il numero 3 è l’unico a contenere un combustibile a base di plutonio chiamato Mox (Mixed oxide fuel). Questa potrebbe quindi essere una delle possibili fonti all’origine della contaminazione individuata in alcuni punti della centrale. Tuttavia questa ipotesi sarebbe in contraddizione con quanto finora è noto sullo stato dei ‘gusci’ di acciaio (vessel) che contengono le barre di combustibile, che risulterebbero ancora integri. Secondo l’esperto dell’Enea Eugenio Santoro, una più probabile fonte di contaminazione potrebbe essere il combustibile esausto delle piscine di stoccaggio. Il plutonio, in questo caso, potrebbe essere quello prodotto nella reazione di fissione, quando l’uranio 238 (che costituisce la maggior parte del combustibile) cattura un neutrone nel corso della reazione di fissione e si trasforma in uranio 239, che a sua volta decade in plutonio 239.

Mare contaminato. Anche in questo caso appare difficile che la contaminazione provenga dall’acqua di raffreddamento del nocciolo perché questa attraversa un circuito chiuso e sigillato (circuito primario), collegato ad un circuito secondario che indirizza il vapore nelle turbine. ”Le informazioni sono pochissime e si potrebbe azzardare l’ipotesi di un danno in uno dei due circuiti”, ha osservato Santoro. L’acqua stagnante radioattiva trovata nei giorni scorsi nel pavimento della turbina del reattore 2 farebbe pensare a un danno nel circuito di raffreddamento secondario. ”Tuttavia anche in questo caso – ha detto – un’altra possibile fonte potrebbe essere nell’acqua utilizzata per raffreddare il combustibile esausto contenuto nelle piscine di stoccaggio”.

Materiali radioattivi da rimuovere. L’emergenza è rimuovere in modo sicuro le 4.500 barre di combustibile radioattivo immagazzinato nelle piscine di stoccaggio che si trovano al quarto piano degli edifici dei reattori e nelle quali sta proseguendo la reazione di fissione, con il conseguente aumento della temperatura. Per questo dall’Europa, soprattutto dalla Francia, stanno arrivano robot specializzati nel manipolare le barre e trasferirle in sicurezza in un edificio, fortunatamente rimasto intatto, nella centrale di Fukushima 1.

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Published by
Maria Elena Perrero