(ANSA) – LONDRA, 30 MAG – Le emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera sono sempre piu' alte, nonostante la Grande Crisi e le conseguenti riduzioni nelle performance industriali del pianeta. L'anno passato, infatti, la quantita' di CO2 rilasciata, soprattutto a causa dei carburanti fossili, ha toccato una cifra record, la piu' alta mai registrata. Il dato, contenuto in un rapporto inedito della International Energy Agency (IEA) ''intercettato'' in esclusiva dal Guardian, ha preso gli esperti in contropiede e fa ora temere per la salute della Terra e per la ''tenuta'' delle politiche ecologiche messe in campo alla spicciolata dalle nazioni ricche o in via di sviluppo negli ultimi anni. Misure che, a quanto pare, sarebbero servite a poco o a niente. ''Sono molto preoccupato'', ha detto al quotidiano britannico Fatih Birol, scienziato-capo della IEA. ''Questa e' la peggiore delle notizie possibili per quanto riguarda il tema delle emissioni''. L'aumento dignifica che restare sotto la soglia di un innalzamento delle temperature globali pari a 2 gradi centigradi, sopra la quale gli esperti prevedono ''pericolosi cambiamenti climatici'', diventa un traguardo sempre piu' complesso. ''Una bella utopia'', recita papale papale il rapporto della IEA. ''Rimanere entro i 2 gradi e' ora una sfida ancora piu' complessa'', ha sottolineato Birol. Stando allo studio, infatti, nel 2010 30,6 giga-tonnellate di CO2 sono finite nell'atmosfera, 1,6 in piu' che nel 2009. Il dato e' in controtendenza rispetto a quello registrato nel 2008, quando le emissioni di anidride carbonica – complice la recessione – calarono leggermente (da 29,3 giga-tonnellate e 29). Quindi l'aumento shock. ''Mi aspettavo una crescita'', ha detto ancora Birol, ''ma non cosi' forte''. Il rapporto della IEA ha colpito (negativamente) anche il professore Lord Stern della London School of Economics, l'autore del fortunato e influente Stern Report stilato nel 2006 per il Tesoro britannico – il primo studio a prendere in esame la correlazione fra cambiamento climatico e danni all'economia mondiale. ''Questi numeri – ha commentato – indicano che si sia tornati alla norma, al 'business as usual'. Stando alle proiezioni dell'Intergovernmental Panel on Climate Change una tale tendenza significa, con una probabilita' su due, innalzare le temperature di 4 gradi entro il 2100. Il che porterebbe a migrazioni di massa e a uno sconvolgimento nelle condizioni di vita di centinaia di milioni di persone''. Uno scenario apocalittico che puo' ancora essere evitato se i politici riuscissero a mettersi d'accordo. ''Abbiamo bisogno di misure concrete, coraggiose e in fretta'', ha concluso Birol. ''In quel caso ce la possiamo fare''. Ma non e' semplice. Anche e soprattutto a causa della crisi dell'energia nucleare colpita dal disastro di Fukushima. ''Potra' non piacere, ma l'atomo e' una delle grandi tecnologie capaci di produrre elettricita' senza emettere CO2'', ha notato lo scienziato della IEA. Il messaggio insomma e' chiaro: con il dietro-front sul nucleare a farla da padrona, con ogni probabilita', saranno di nuovo gli idrocarburi piu' che le rinnovabili. Lo spazio di manovra si ridurra' dunque sempre di piu'. (ANSA).