ROMA – Il Canada e' lontano del 30% dai suoi obiettivi di riduzione di emissioni fissati dal primo periodo del Protocollo di Kyoto. Il paese nordamericano, secondo i dati resi noti dal direttore scientifico del Kyoto Club, Gianni Silvestrini, e' a +23% di emissioni contro un impegno di riduzione del 6% rispetto ai livelli del 1990 ''e rischia 10 miliardi di dollari di sanzioni mentre ha detto che Kyoto – ha affermato Silvestrini – e' un impedimento''.
Bene invece l'Italia, ha riferito Silvestrini: ''La media dei cinque anni di regime del Protocollo di Kyoto, 2008-2012, e' di una riduzione di emissioni di Co2 del 4,8% e se aggiungiamo nel conteggio il credito delle nostre foreste di 10 milioni di tonnellate di Co2 possiamo, alla fine del prossimo anno, arrivare al -6,5% rispetto ai livelli del '90 ratificati con Kyoto''.
A portare l'Italia verso l'obiettivo del Protocollo ''oltre alla crisi che ha ridotto i consumi e quindi le emissioni soprattutto l'accelerazione del settore rinnovabili e l' efficienza energetica. Per esempio il fotovoltaico copre in Italia il 3% della domanda di energia elettrica e il prossimo anno il 5%'', ha detto Silvestrini.
Per quanto riguarda il caso Canada, ogni paese, ha spiegato Silvestrini, ha la possibilita' legale di uscire dal Protocollo entro un anno dalla scadenza. Da qui l'annuncio prima della fine del 2011 visto che il trattato di Kyoto termina a fine 2012.
Il problema del Canada, secondo il direttore scientifico del Kyoto club, ''e' la produzione di petrolio da sabbie bituminose che danno il 5% di emissioni dovute a 40 milioni di tonnellate di Co2''. A fronte di cio' il Canada, ha concluso Silvestrini, ha invece settori molto interessanti di green economy.