ROMA – Una potente coalizione di governi, organizzazioni internazionali, Ong, e aree della societaa' civile si uniscono per un partenariato globale per salvare gli oceani. A lanciare l'alleanza salva-oceani (al cui interno ci sono, tra gli altri, Iucn, Wwf, Noaa, Fao, Unep, Unesco) parlando da Singapore, e' stato il presidente della Banca Mondiale Robert B. Zoellick, che in questo modo punta ad unire scienza, tutela ambientale, istituzioni e settore privato.
I problemi maggiori da affrontare riguardano la pesca eccessiva, l'inquinamento e il degrado, i cambiamenti climatici e la perdita di habitat. Gli oceani sono di fondamentale importanza per le economie in Via di sviluppo: ''Abbiamo bisogno di un'azione globale coordinata per ripristinare la salute dei nostri oceani'', ha detto Zoellick. E' necessario proteggere gli oceani anche perche', spiega la Banca mondiale, forniscono il 15% delle proteine animali consumate nel mondo, milioni di posti di lavoro, e alcuni essenziali servizi ecosistemici come la regolazione del clima e lo stoccaggio del carbonio.
Il un nuovo supporto finanziario e' rivolto principalmente a migliori sistemi di governance della pesca, all'aumento delle aree marine protette, all'intensificazione degli sforzi contro l'inquinamento e il degrado, nonche' una migliore gestione delle coste. Sul piatto dovrebbero esserci, almeno per la prima fase, 300 milioni di dollari. A regime si intende arrivare a generare circa 2,1 miliardi di dollari destinati alla protezione degli oceani.
Tra i target dell'alleanza lanciata dalla World bank c'e' la ricostruzione di almeno la meta' degli stock ittici mondiali impoveriti. In questa chiave, l'appuntamento di Rio+20 il prossimo giugno dovrebbe contribuire allo sviluppo di questa alleanza: ''Il Brasile – ha rilevato Francisco Gaetani, viceministro dell'Ambiente del Brasile – si e' impegnato a conseguire risultati specifici in conservazione'', con la speranza che ''Rio+20 permettera' a tutti i Paesi di rinnovare gli impegni assunti nel 1992''.
