La rivoluzione verde a suon di miliardi, ecco la lobby dell’energia pulita

Rivoluzione verde a suon di miliardi. I membri della sempre più nutrita lobby del green business quando parlano di verde pensano soprattutto a quello dei dollari. Sono in tanti, e non vivono solo negli Usa. Gli uomini più ricchi al mondo investono sempre di più nella ricerca e produzione di energia pulita.

Il Times ha realizzato la «Green rich list», composta dalle 100 persone con un patrimonio superiore ai 200 milioni di sterline (più di 220 milioni di euro) che hanno messo più soldi nel settore, scoprendo che «l’entusiasmo nei confronti degli investimenti in aree come la geotermia, le auto elettriche e l’energia solare non sente la recessione».

Nella classifica compaiono americani, svedesi, britannici, francesi, spagnoli, svizzeri, tedeschi, cinesi, indiani, danesi, sudafricani, israeliani. Nessun italiano.

Il primo della lista è Warren Buffett, che ha investito una parte del suo impero da 30 miliardi di euro nell’eolico e nell’auto elettrica (230 milioni di dollari nel produttore di batterie di Hong Kong BYD), seguito da Bill Gates (29 miliardi di euro di patrimonio), che spinge sui carburanti alternativi, come quello estratto dalle alghe. Al terzo posto della lista del Times, il fondatore di Ikea, lo svedese Ingvar Kamprad, uomo da 25 miliardi di euro.

Si distingue anche la Cina, con 17 tycoon impegnati nella produzione di massa da energie rinnovabili. Tra questi c’è Jifan Gao, con un patrimonio da 220 milioni di euro.

Non tutti i pionieri del verde sono nati ricchi. C’è anche chi lo è diventato proprio grazie al clean tech. Aloys Wobben, ingegnere tedesco, ha realizzato la sua prima turbina eolica nel giardinetto di casa a Enercon, nel 1984. Di strada ne ha fatta parecchia. Oggi la sua azienda conta 6mila dipendenti ed esporta sofisticate turbine in tutto il mondo.

LG

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lgermini