La guerra contro le bottiglie di plastica prosegue e arriva perfino a toccare il cuore. La caraffa in vetro è stata rispolverata soprattutto nelle scuole e negli edifici pubblici per diminuire i rifiuti e avviare un discorso di risparmio ecocompatibile. Ma adesso il duro attacco arriva dalla scienza che sentenzia: basta bottiglie di plastica, fanno male al cuore. Colpevole è il Bisphenol A (BPA).
L’allarme è stato lanciato dai ricercatori del Peninsula college of medicine di Exter, in Inghilterra, che hanno dimostrato l’esistenza di numerosi correlazioni tra malattie cardiovascolari e il Bisphenol A (BPA), un composto organico utilizzato da più di 50 anni nella produzione di plastiche e additivi plastici.
Lo studio, pubblicato sul Public library of science e ripreso giorni fa alla Reuters, ha dimostrato come il Bisphenol A svolga un ruolo importante nel provocare malattie cardiovascolari, come obesità e diabete. Il gruppo di ricerca, utilizzando i dati forniti dal National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES), ha analizzato le concentrazione di Bpa nelle urine su un campione di 1.493 persone tra i 18 e i 74 anni. Le conclusioni non sono da sottovalutare: i soggetti con un alto livello di Bisphenol A hanno più del doppio delle possibilità di essere colpiti da una malattia cardiovascolare.
«Nonostante ora siano necessarie ulteriori analisi per capire quanto il Bpa stesso o l’esposizione ad esso interagisca nello sviluppare malattie cardiovascolari – ha commentato il professore di Ecotossicologia dell’Università di Exeter e principale autore della ricerca, Tamara Galloway – il dato che è emerso da questo studio è molto importante perché fornisce una grande opportunità per ridurre i rischi sulla salute dell’uomo».
