Sembra finita l’allerta della piena dei fiumi dovuta alle intense precipitazioni di questa tre giorni natalizia. Dopo tanta ascqua scesa in Italia adesso si contano i danni e si attende la nuova ondata di maltempo che dovrebbe, secondo le previsioni, riportare alto il rischio piene dei fiumi. Dopo l’acqua alta da record, l’8/a di sempre a 145 centimetri registrata la notte di Natale, il fenomeno tipico di Venezia è in regressione. Il prossimo picco di marea – secondo le previsioni dell’apposito ufficio del comune – è dato nella serata di oggi con un altezza sul medio mare di 80 centimetri. Si tratta comunque di un codice arancione, pari al quarto grado su una scala di sei valori, che dovrebbe interessare in modo irrilevante la copertura del suolo cittadino. Un picco più alto lo si dovrebbe registrare, con 105 centimetri, alle 6.35 circa di domani 27 dicembre. Si tratta anche in questo caso di un codice arancione con dovrebbe portare alla copertura delle zone più basse della città, il 14% circa del suolo, a cominciare da Piazza San Marco.
Vigili del fuoco, tecnici della protezione civile e volontari sono invece ancora a lavoro nelle province di Lucca e Pisa dopo gli allagamenti provocati ieri dall’esondazione del Serchio e di altri torrenti. Particolarmente sotto osservazione il lago di Massaciuccoli che ieri aveva rotto gli argini nel pisano. Alle 1 il livello dell’acqua continuava a salire al ritmo di 10 centimetri l’ora. Poi, piano piano, il livello è sceso anche perchè non piove più.
La situazione più difficile resta quella del comune di Vecchiano (Pisa) dove il Serchio si è mangiato una lunga fetta di argine. Circa 200 persone hanno passato la notte nei centri di accoglienza allestiti nelle province di Lucca e Pisa. Problemi restano per la circolazione: ancora chiusa l’A12 Genova-Livorno, per uno smottamento del piano stradale, e l’A11 nel tratto compreso tra l’allacciamento dell’A12 e Pisa nord dove l’acqua di un torrente ha invaso la sede stradale.
Chiusa anche la statale Aurelia tra Migliarino e Torre del Lago. Per raggiungere Pisa da Viareggio occorre dirigersi verso Lucca e da qui prendere la statale 12 passando da San Giuliano (Pisa). Migliorata invece la situazione a Prato e Pistoia. La polstrada stamani ha potuto riaprire tutte le principali arterie nel pratese e anche la Statale 12 dell’Abetone che ieri, in provincia di Lucca era stata chiusa per una frana. Piccoli smottamenti creano ancora qualche problema nelle strade secondarie delle province di Lucca, Pisa e Prato.
In Emilia-Romagna negli ultimi sei giorni si sono riversati 450-550 millimetri di acqua (disgelo compreso), pari al 40% circa della pioggia che in media cade in un anno nella regione. È questo il motivo dell’ ingrossamento dei fiumi (in particolare Panaro, Secchia e Reno), secondo la Protezione civile, i cui tecnici e 400 volontari stanno lavorando in questi giorni di feste per rinforzare argini e fare fronte a frane e smottamenti. Oltre che nelle zone interessate dalle piene del Secchia e del Panaro, ci sono stati interventi in comune di Tresigallo, nel ferrarese, dove, nella notte tra il 24 e il 25, c’è stato un cedimento con rischio di crollo di alcune paratoie metalliche che regolano il flusso del Po di Volano. Qui è in corso l’ installazione di strutture in acciaio per mettere in sicurezza il manufatto idraulico. Sono comunque stati messi in preallarme una decina di comuni della zona, da Ferrara a Codigoro. Nel bolognese la piena del Reno sta defluendo, ma sono state evacuate 15 famiglie che abitano nelle zone golenali da Castel Maggiore a Cento. Inoltre è stato messo in allerta il Comune di Bologna per il controllo delle rive del fiume in città, dove spesso si stabiliscono gruppi di nomadi. Sempre per la piena del Reno, a Sasso Marconi è crollata una piccola diga, così è stato chiuso il ponte di Vizzano e costruito un bypass temporaneo sul fiume. Ci sono state anche frane e smottamenti. Nel parmense e a Dovadola, sull’ Appennino forlivese. Qui, per una frana sono state evacuate una ventina di famiglie, in attesa che l’ area interessata venga messa in sicurezza.
Torna, invece, il sereno in Veneto, nonostante qualche velatura di nubi ed un minimo rischio di precipitazioni, dopo il brusco innalzamento delle temperature e la pioggia che ha caratterizzato la giornata di Natale. Scendono, in montagna, le temperature minime con Cortina d’Ampezzo che segna -7 gradi rispetto alla media stagionale di 5-6 gradi. Sulle Dolomiti, altre minime di rilievo – registrate dal centro meteo di Arabba dell’Agenzia regionale per l’ambiente del Veneto (Arpav) – sono quelle della stessa Arabba -8 gradi, di Sappada – 8 e Falcade -7. Oggi, secondo l’Arpav, il tempo sarà relativamente soleggiato con qualche nube, specie in montagna nel pomeriggio, con fenomeno in intensificazione. Domani il cielo sarà nuvoloso fino al primo pomeriggio per diventare poi soleggiato. È prevista, in serata, della nebbia nelle valli ed in pianura. Il limite delle nevicate – la probabilità di precipitazioni è però minima – è stimato tra i 600 e i 900 metri di quota. Domani, contrariamente ad oggi, le temperature minime saranno in leggera risalita; caleranno invece le massime.