Dalle cifre si capisce che qualcosa non torna: il governatore Luca Zaia parla di danni, ancora non definitivi, per almeno un miliardo di euro solo in Veneto. Dall’altra parte c’è l’uomo delle emergenze, Guido Bertolaso, che stacca un assegno da 20 milioni di euro, da dividersi tra alluvionati di tutta la pensiola, veneti, calabresi, liguri, toscani ecc…
La situazione dell’Italia flagellata dalle piogge rimane critica, soprattutto in Veneto e le cifre che snocciola Zaia rendono l’idea: “È molto peggio di quanto pensassimo. Siamo ormai oltre il miliardo di danni. A mano a mano che le acque si ritirano portano di ora in ora alla luce un quadro di sempre più straordinaria gravità, argini sbriciolati, infrastrutture da ricostruire… Una situazione che richiede un intervento di pari straordinarietà a livello nazionale. Vediamo i numeri. abbiamo 500 mila alluvionati in 131 comuni , 4.500 sfollati, uno scenario apocalittico di centri storici in cui i negozi hanno l’acqua alta un metro e mezzo. E tre morti. Per questo dico: per la prima volta nella vita, non diamo ma chiediamo. E ci aspettiamo una risposta”.
Nonostante tutto, però, almeno per il momento Zaia evita lo scontro frontale con Bertolaso e parla di un “segnale di attenzione e disponibilità”. I 20 milioni sono solo l’inizio, servono per la messa in sicurezza. Ma sono solo una goccia nell’oceano e, stavolta, il Veneto non ha intenzione di passare per regione ricca e laboriosa che ce la fa da sola e senza aiuti. Anche la Ue, assicura il vicepresidente Antonio Tajani, darà una mano: “La Commissione europea farà tutto il possibile per aiutare la popolazione veneta, attingeremo aiuti dal Fondo di solidarietà per le catastrofi naturali, come già sperimentato per il terremoto dell’Aquila”.
Questo non vuol dire non rimboccarsi le maniche, anzi. Gli alluvionati hanno già messo gli stivali e imbracciato le pale per salvare il salvabile. Reazione che spinge il quotidiano il Giornale a tentare un ardito paragone con Napoli: “I veneti spalano fango mentre a Napoli si fa la guerriglia” titola il quotidiano di Alessandro Sallusti e Vittorio Feltri.”Una situazione drammatica dalla quale però non si è levato uno strillo – scrive il Giornale – Non uno strepitio di folla che reclamava vitto e alloggio, imprecando contro lo Stato reo di averli abbandonati. Non una vedova in lacrime e litanie morbose. Non una rampogna contro gli amministratori locali e nazionali. Non un Matrix o un Porta a Porta o un approfondimento rosso. Eppure Bertolaso ha constatato dall’alto dell’elicottero la gravità della situazione con interi paesi come Caldogno sott’acqua e i conseguenti danni incalcolabili alle attività produttive”.
Paragoni più o meno calzanti a parte, rimane lo scenario, la devastazione e la scena, almeno questa bella, descritta dal Corriere della Sera, in cui immigrati e italiani lavorano insieme spalando fango. L’ex presidente della Regione Giancarlo Galan si dice “dolorosamente impressionato”, l’autostrada A4 è in crisi, gli spostamenti di merci quasi impossibili. Qualcosa va fatto, e in fretta. E, di sicuro non basteranno 20 milioni e le pale volenterose dei cittadini veneti.