PISA – “Mamma li scout”, cacciateli da San Rossore (Pisa): quattrocento intellettuali hanno scritto una petizione e hanno inviato un appello all’Unesco perché i trentamila scout, gli esploratori dell’associazione cattolica Agesci, non rovinino il Parco Naturale di San Rossore, vasta area verde a sud-ovest di Pisa, fra la città e il mar Tirreno.
Fra i firmatari ci sono Salvatore Settis, ex direttore della Scuola Normale, Fulco Pratesi, presidente onorario del Wwf, e lo storico Adriano Prosperi, professore emerito della Normale. Scrivono quelli che con il gergo dell’ex scout Matteo Renzi si potrebbero chiamare “professoroni”:
«S’insedieranno nel parco con 10 mila tende – scrivono i detrattori – un presidio sanitario, due palchi, un magazzino per i generi alimentari, una segreteria, 1400 servizi igienici di tipo chimico (220 in sei zone), 80 dei quali nell’area centrale, da vuotare due volte al giorno tramite autobotti, 750 docce e 750 lavabi con rete di distribuzione idrica fornita dall’acquedotto comunale (405 mila litri d’acqua ogni ora, in agosto!), con scarichi nel bosco, spazi espositivi coperti per mostre, biblioteca, cinema, stampa».
Scrive Marco Gasperetti sul Corriere:
“E ce l’hanno pure con il dono (richiesto dal Parco) di quattro dromedari offerto dall’Agesci e che sino al Seicento hanno popolato San Rossore. Sostengono, ambientalisti e intellettuali, che con la fauna del parco non hanno nulla a che vedere e sono solo un danno”.
Il raduno scout si chiama Route 2014 e promette (o minaccia) di trasformare San Rossore nella Città degli Scout. L’ultimo raduno del genere si è svolto in Abruzzo 28 anni fa.