Il mese prossimo, al numero civico 11 di Times Square, tra la Quarantaduesima Strada e l’Ottava Avenue, un grattacielo in vetro di 40 piani accoglierà il suo primo inquilino.
A paragone di quanto è stato fatto tutt’interno al palazzo, la sua inaugurazione non ha nulla di straordinario. Tranne un fatto: segna la fine ufficiale della metamorfosi lunga e tortuosa di Times Square, crocevia del mondo, un’impresa durata trent’anni.
Per chi non la conoscesse, un tempo Times Square, nel cuore di Manhattan, complessivamente un’area di circa 5 ettari tra Broadway e l’Ottava Avenue, attraversata dalla Quarantaduesima Strada, era un ricettacolo di prostitute, spacciatori di droga, magnaccia, locali di peep-show dove venivano proiettati filmetti che definire pornografici è un eufemismo, ladri, ubriachi distesi sui marciapiedi, insomma, Sodoma e Gomorra in Nord America.
Oggi Times Square, ripulita e tirata a lucido, è uno dei quartieri più ricercati della Grande Mela, con affitti da capogiro. Vi hanno trasferito i loro quartier generali Morgan Stanley, Allianza Global Investor, Viacom e Condè Nast. Perchè la rinascita fosse completata ci sono voluti tre sindaci, quattro governatori dello stato, due boom dell’edilizia e due recessioni. Ma ora, dove prima prendersi una coltellata da un ladro era pressochè ordinaria amministrazione, adulti e ragazzini vanno in giro in bicicletta.
Ci sono newyorchesi che ricordano con nostalgia la Times Square di un tempo. Ma la ricostruzione della zona viene dai più considerata una pietra di paragone per il completamento di altri progetti del valore di miliardi di dollari, in atto o di là da venire, inclusi Ground Zero, gli Atlantic Yards, Willets Point e gli Hudson Yards.
”Molto spesso la gente dice – dichiara Lynne Sagalynn, docente di edilizia finanziaria alla Columbia University e autrice del libro Times Square Roulette: Remaking the City Icon (La Roulette di Times Square: Ricostruire l’Icona della Città – che a New York non si possono più’ edificare grandi progetti”, ma, aggiunge ”Times Square è un esempio di come la città è stata capace di pensare in grande e raggiungere i suoi obiettivi”.
Il successo di Times Square rinata è evidente. La criminalità è significativamente discesa dai vecchi tempi, e si può passeggiare perfino lungo il Deuce – il tratto maggiormente infestato dal vizio e dal crimine lungo il tratto della Quarantaduesima Strada adiacente alla piazza.
Ancora nel 1979, con i lavori in corso, gli enormi billboards, i tabelloni per la pubblicità , erano vuoti. Oggi tutta la zona è un caleidoscopio di colori in movimento perenne, notte e giorno, che fanno pubblicità a istituti finanziari, costruttori di automobili a case di moda, con lo spazio più ambito sulla facciata di 1 Times Square, che per chi lo vuole costa di affitto 4 milioni di dollari l’anno.
Oggi andare a Times Square è sicuro come andare a Columbus Circle e i turisti non si contano. Ma non si contavano neanche quando Times Square era la vecchia Times Square.
Venivano dall’Italia alla Gran Bretagna e dall’Algeria al Giappone, tutti per provare il brivido del proibito e farsi fare una foto, non proprio come quella celeberrima di Alfred Eisenstaedt, pubblicata da Life Magazine, del marinaio che bacia appassionatamente nel bel mezzo della piazza un’infermiera per festeggiare V-J (Victory over Japan), la fine della Seconda Guerra Mondiale, ma quasi.