Da ottantacinque giorni la marea nera nel golfo del Messico rappresenta un incubo per l’amministrazione Obama e per le popolazioni della costa anche se le notizie sull’ultimo tentativo della Bp per bloccare la perdita sembrano indurre all’ottimismo. Ecco i principali numeri del disastro fino a questo momento.
Effetti della marea. Una stima della quantità di petrolio fuoriuscita dalla perdita è difficile, anche per alcune reticenze della Bp sulle dimensioni della falla. Secondo alcuni esperti potrebbero essere finiti in mare fino a 800 milioni di litri di greggio, di poco inferiori al miliardo di litri di marea nera provocati dalla guerra del Golfo. Fino a questo momento poco più di mille chilometri di costa sono stati contaminati dal petrolio, mentre in mare la macchia visibile ha un’area di 5mila metri quadrati.
I soccorsi. I vari mezzi di soccorso hanno raccolto 120 milioni di litri di acqua mista a petrolio, e utilizzato quasi 8 milioni di litri di agenti chimici disperdenti. Per cercare di contenere la marea sono state piazzate più di 500 chilometri di barriere. Ai soccorsi lavorano 46mila persone, più di 6mila imbarcazioni, da navi che aspirano l’acqua e la separano dal petrolio a semplici pescherecci, e 117 aerei.
I costi. Secondo alcune stime il petrolio versato in mare avrebbe avuto un valore di 336 milioni di dollari. La Bp fino a questo momento ha speso 3,5 miliardi di dollari. L’area interdetta alla pesca nel Golfo è di circa 150mila chilometri quadrati.
Effetti sugli animali. Fino a questo momento, secondo i dati forniti dal Noaa, sono state recuperate 661 tartarughe marine, di cui 179 ancora vive. Gli scienziati hanno raccolto anche i corpi di un capodoglio e 63 delfini.