Nel fondo del Golfo del Messico ci sono almeno 27 mila pozzi petroliferi abbandonati, un numero tale da rappresentare una potenziale ”minaccia” per gli equilibri ambientali dell’intera area, ma questa situazione è stata ignorata per decenni. A rivelarlo è un’inchiesta condotta dall’agenzia Ap, secondo la quale nessuno da anni si occupa di questa situazione, che rappresenta un oggettivo rischio.
Né l’industria privata, né le diverse agenzie governative preposte si sono mai preoccupate di verificare se da quei pozzi vi siano perdite oppure no. La sola Bp avrebbe ”abbandonato” circa seicento pozzi da quando opera nella zona del Golfo. Secondo l’inchiesta, desta preoccupazione lo stato di almeno 3.500 di questi pozzi, registrati dal governo federale come ”temporaneamente abbandonati”.
Una volta lasciati i pozzi vengono chiusi e pressurizzati secondo procedure predefinite, ma secondo l’inchiesta la classificazione ”temporaneamente abbandonati” consente alle società di aggirare la norma, che prevede appunto procedure apposite. Nel riportare questi dati, l’inchiesta precisa anche che secondo gli esperti delle diverse compagnie i pozzi non rappresentano un rischio.
”E’ nell’interesse di tutti fare le cose come si deve” ha detto Bill Mintz, portavoce della Apache Corp., una società che nel Golfo del Messico possiede almeno 2.100 pozzi abbandonati.