Il gigante petrolifero inglese, Bp, si è impegnata a investire fino a 500 milioni di dollari per un programma di ricerca che studi l’impatto ambientale della marea nera proveniente dalla piattaforma Deepwater Horizon nel Golfo del Messico. Lo ha annunciato, in una nota, l’amministratore delegato della compagnia petrolifera, Tony Hayward.
Intanto la pressione dell’amministrazione Obama sulla Bp aumenta. Il ministro degli Interni Usa, Ken Salazar, ha affermato che se la società petrolifera non riparerà al danno fatto, potrebbe essere cacciata via. Salazar ha aggiunto di non essere “del tutto convinto” che la Bp sappia quello che sta facendo. “Se ci rendiamo conto che non stanno agendo come dovrebbero agire, li cacceremo come si deve”, ha aggiunto Salazar, che oggi sarà nel Golfo del Messico assieme al ministro per la Sicurezza interna, signora Janet Napolitano, e al capo dell’Epa (l’Agenzia per la protezione ambientale), Lisa Jackson, per effettuare, tra l’altro, un volo di perlustrazione sul Golfo del Messico.
Intanto la British Petroleum riconosce di avere difficoltà nel bloccare la fuoriuscita di greggio dal pozzo sottomarino e i tecnici hanno ammesso che il tubo inserito nel pozzo sta pescando meno greggio dei giorni precedenti. Un portavoce della Bp, John Curry, ha detto che il quantitativo di greggio pescato dal tubo inserito nel pozzo sottomarino sta diminuendo in modo significativo. Il sifone sarebbe riuscito a succhiare nelle ultime 24 ore circa 216mila litri di petrolio. Prima invece il tubo – lungo circa 1,6 chilometri che trasporta il greggio verso una nave serbatoio – era in grado di raccogliere circa 350mila litri di greggio al giorno.